Senza le ali della conoscenza nessuno vola

“La politica è quella cosa che ha consentito a molte galline di spiccare il volo”. Con questa veritiera e lapidaria affermazione un grande intellettuale del secolo scorso, esule in Svizzera per le sue idee antifasciste, Severino Tranquilli, in arte Ignazio Silone, fotografava la politica negli anni Trenta in Italia. Il libro che conteneva questa frase, “La scuola dei dittatori”, descriveva l’avventura fantastica di un aspirante despota che intendeva instaurare uno stato dittatoriale negli Usa e che pertanto si era recato in Europa ove, in quegli anni, era tutto un fiorire di regimi liberticidi: la Germania nazista di Hitler, l’Italia di Mussolini, la Spagna di Franco, il Portogallo di Salazar. Paesi, quelli, sottoposti a regimi tirannici e proprio per questo luoghi ideali in cui studiare come esportare quei modelli oltre oceano. La pan tautologia (tutto si può ripetere) era la dottrina di quell’aspirante dittatore nord americano che avrebbe appunto riprodotto negli States le basi del totalitarismo in voga nel Vecchio Continente. A ripensarle oggi, in questi tempi culturalmente bui, le parole di Silone, c’è da mettersi le mani nei capelli per l’assoluta loro veridicità e per la grande probabilità che quei regimi possano riproporsi sia pure sotto altre sembianze. La gente è convinta, infatti, che dittatori, in fondo, si nasca, che costoro siano dotati di stigmate o di requisiti e talenti speciali . Invece i dittatori del secolo scorso furono certo, sì, uomini determinati e per certi versi anche coraggiosi, ma non avevano alcuna capacità eccelsa in grado di renderli dei “super uomini” già nella culla. Furono semmai le particolari contingenze storiche e politiche del periodo a consentire loro di assurgere ai vertici dello Stato e poi di asservirlo alle proprie ideologie tiranniche. Oggi lo strumento contingente potrebbe essere rappresentato, paradossalmente, dalla possibilità che ciascun individuo ha di poter attingere ad una molteplicità di informazioni di sentirsi in grado di infischiarsene degli altri : quelle idee che normalmente si trovano sui social a buon mercato, e che creano l’opinione corrente sulle principali tematiche sociali e politiche del momento. Capita così che un esercito di sprovveduti, basandosi su fresche letture o su notizie apprese a colpi di click ed ovviamente non verificate, si senta in grado di confrontarsi e misurarsi con chicchessia, giudicando ed insolentendo il prossimo, solo perché questi magari esprime opinioni contrarie, ancorché puntualmente documentate!! Insomma: è il qualunquismo imperante dei maestri della tastiera, aggressivi e sfrontati, riuniti in consorterie di eguali, che imperversa e detta legge. Un qualunquismo che ha eliminato dal circuito – per timore o per ignavia – la parte più avveduta ed acculturata della società, lasciando campo libero al proliferare di opinioni tanto diffuse quanto sbagliate. La scuola scadente e permissiva contribuisce, dal canto suo, a fare tutto il resto determinando un diffuso analfabetismo funzionale, definibile come la capacità di leggere un testo ma non di non comprenderlo appieno, di poter valutare il mondo sulla scorta di quel poco che di esso si conosce. Insomma per tornare alla pan tautologia: questa è basata sull’ignoranza e la supponenza creata (anche) da internet. Parafrasando Silone ci sarebbe bisogno dunque di politici realmente studiosi della materia così da poterne pure discutere ! Ne consegue che occorrerebbe che gli aspiranti politici avessero almeno i rudimenti di buone letture di base, conoscenza dei testi sui quali la politica ha costruito l’alternativa democratica, e la società libera, alle dittature del passato. Abbiamo già citato, su queste stesse colonne, il “Codice di Camaldoli” elaborato nel 1943 da una “task force” di intellettuali cattolici che in quel manifesto fissarono, sui più svariati argomenti, le linee di principio etico e sociale cui ispirarsi per la successiva loro opera politica. Quel Codice subì poi un’ulteriore modifica riflessiva ed integrativa (da me non condivisa) nel convegno del 1960 a San Pellegrino Terme (voluto da Amintore Fanfani) quando si gettarono le basi per il varo del centrosinistra in Italia. Tutto questo a riprova che sono le idee ed i valori a dettare e creare la linea politica e che i “politicanti” da salotto durano il tempo del volo di una gallina e non lasciano traccia alcuna. L’esperienza stessa del Governo Meloni, d’altronde, nasce dalla riforma della destra, in quel di Fiuggi nel 1995, allorquando il partito che era stato di Almirante e Fini accantonò il retaggio ideologico e la simbologia del ventennio fascista, aprendosi all’interclassismo come dottrina sociale ed economica ed accantonando il corporativismo. Cosa accade invece oggi? Semplice: chiuse le scuole di formazione dei partiti (in cui si formavano i quadri dirigenti), smantellati e ormai ridotti, gli stessi, al rango di meri surrogati da forme personalistiche (partiti di plastica con ai vertici satrapie familiari o personali), ecco che il quadro assume aspetti a dir poco desolanti e deprimenti. La morale è chiara: senza le ali della conoscenza nessuno vola a lungo ed in alto in politica.

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