Si dimette il ministro britannico per la Brexit Dominic Raab

Il ministro britannico per la Brexit, Dominic Raab, annuncia le sue dimissioni

Photo by Ben STANSALL / AFP

LONDRA (Regno Unito) (LaPresse/AFP) – Si dimette il ministro britannico per la Brexit Dominic Raab. Il ministro britannico per la Brexit, Dominic Raab, annuncia le sue dimissioni.

Si dimette il ministro, le sue dichiarazioni

“Non posso, in coscienza, sostenere” l’accordo raggiunto con Bruxelles per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, ha spiegato Raab su Twitter, allegando la lettera di dimissioni che ha presentato. “Non posso riconciliare le condizioni dell’accordo proposto con le promesse che abbiamo fatto al Paese nel nostro manifesto”, recita la lettera. Ieri la premier britannica, Theresa May, dopo cinque ore di riunione ha ottenuto il sostegno del suo esecutivo alla bozza di accordo, ma è emerso che diversi ministri si sono schierati contro. Stamattina il primo a dimettersi, in aperto disaccordo con l’intesa, era stato il sottosegretario per l’Irlanda del Nord, Shailesh Vara. May affronterà oggi il Parlamento, che dovrà poi votare sull’accordo a dicembre.

Due le motivazioni principali addotte da Raab per le dimissioni e per il disappunto rispetto all’accordo proposto. “Non posso sostenere l’accordo proposto per due ragioni. In primo luogo credo che il regime regolatorio proposto per l’Irlanda del Nord costituisca una minaccia molto reale all’integrità del Regno Unito. In secondo luogo, non posso sostenere un accordo di backstop indefinito, in cui l’Ue ha il veto sulla nostra possibilità di uscire. Le condizioni di backstop sono un ibrido fra gli obblighi dell’unione doganale Ue e del mercato unico”, scrive il ministro dimissionario.

E poi prosegue: “Nessuna nazione democratica ha mai firmato per essere legato da un regime così estensivo, imposto dall’esterno senza alcun controllo democratico sulle leggi che devono essere applicate né la possibilità di decidere di uscire dall’accordo. Quell’accordo ora verrà preso come punto di partenza per negoziare la futura partnership economica. Se accettiamo questo, la seconda fase dei negoziati sarà gravemente condizionata contro il Regno Unito”.

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