Sos squali, a rischio metà della specie

© lapresse - Ariel Schalit
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NAPOLI – La cinematografia internazionale lo ha raccontato come predatore feroce, trasformandolo nell’incubo di sub e surfisti. In realtà, il più delle volte, è l’uomo a dargli la caccia, dando vita ad un vero e proprio massacro che minaccia la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi. Parliamo dello squalo, il protagonista indiscusso della celebre saga thriller diretta da Steven Spielberg, basata sul romanzo del 1974 di Peter Benchley. Il 14 luglio di ogni anno si celebra la Giornata della consapevolezza dedicata a squali e razze. Si tratta di un evento nato per sfatare i miti sugli squali e per sensibilizzare tutti sull’importanza della loro presenza per mari ed oceani. E’ anche un giorno per sottolineare il grande rischio di estinzione che molte specie corrono e come possiamo agire per salvarle. Nella giornata mondiale dedicata agli squali il Wwf lancia l’allarme ed anche un appello per il Mediterraneo: siamo ancora in tempo per intervenire.

SOS MEDITERRANEO

Il Wwf chiede a tutti i Paesi del Mediterraneo di mettere in atto le misure vincolanti emanate dalla Commissione Generale della Fao per la Pesca nel Mediterraneo e dalla Cites, recentemente adottate e che potrebbero migliorare la gestione della pesca e del commercio di squali e razze e aiutare il recupero delle 42 specie appartenenti a questo gruppo e ancora minacciate. Oltre la metà delle specie presenti nel Mediterraneo, infatti, sono a rischio: si tratta della percentuale più alta rispetto al resto degli oceani.

LE MINACCE

Più del 50% delle specie di squalo presenti nel Mediterraneo e un quarto di tutte le specie al mondo rischia di estinguersi. Il bycatch o pesca accidentale è una delle principali minacce per la sopravvivenza degli squali: il 10-15 % degli animali marini catturati dagli ami dei palangari è costituito da squali. Le cause di morte degli squali sono principalmente la degradazione degli habitat, il bycatch e il finning, pesca di pinne di squalo, uno dei prodotti ittici più costosi. L’Italia è uno dei maggiori mercati al mondo per il consumo di carne di squalo. Molto spesso si tratta di vere e proprie frodi alimentari, poiché nemmeno i consumatori sono consapevoli di mangiare carne di squalo. In particolare, sono tre le principali cause di frode alimentare: la commercializzazione scorretta di specie commerciabili per aumentarne il prezzo (ad esempio la verdesca venduta come pesce spada); specie protette, illegalmente vendute sul mercato o specie protette vendute involontariamente, a causa di una non corretta identificazione.

SQUALI SALVA CLIMA

In occasione dello Shark Awareness Day, la giornata mondiale dedicata allo squalo del 14 luglio, il Wwf ha ricordato come, in un Mediterraneo surriscaldato, popolazioni sane di squali e razze svolgano anche un ruolo ‘insospettabile’ ed importante nel mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici, aumentando con la loro presenza e attività il sequestro del carbonio e supportando la biodiversità marina. Si stima che la cattura degli squali impedisca di ‘stoccare’ negli oceani fino a 5 milioni di tonnellate di carbonio. Popolazioni sane di squali e razze possono quindi contribuire, come accade anche per le grandi balene, al fondamentale ciclo del carbonio ‘blu’ del nostro oceano e contribuire a mitigare l’impatto del cambiamento climatico.

LE RICHIESTE DEL WWF

Per il Wwf i Paesi del Mediterraneo devono mettere in atto senza ulteriori ritardi misure di gestione della pesca su base scientifica, stanziando risorse adeguate per la loro attuazione e applicazione, sostenendo tutte le parti interessate, compresi i pescatori, affinché rispettino le nuove misure, garantendo la raccolta e il monitoraggio dei dati e intensificando la conservazione degli habitat critici per squali e razze. In particolare il Wwf chiede alle istituzioni italiane di sviluppare un Piano d’Azione Nazionale (NPOA) per la salvaguardia e gestione di squali e razze, attraverso l’istituzione di un tavolo interministeriale di coordinamento e in consultazione con gli esperti della comunità scientifica, i pescatori e le organizzazioni della società civile.

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