Tra polemiche e fake-news, Papa Ratzinger compie 92 anni

Vive dal 2013 nel monastero dei giardini vaticani Mater Ecclesiae

Joseph Alois Ratzinger. (photo: Federico Tardito / LaPresse)

CITTA’ DEL VATICANO – A dispetto di chi dava le sue condizioni in peggioramento, il Papa emerito compie 92 anni. Nel monastero dei giardini vaticani Mater Ecclesiae, dove vive dal 2013, sarà un festeggiamento sobrio. Chi gli sta vicino sa quanto Joseph Ratzinger tenga a rispettare il clima austero dovuto in settimana Santa.

Non ci sarà neanche il fratello Georg, 95 anni, che è già stato in visita a Roma all’inizio del mese e ha poi fatto ritorno a Ratisbona. Ma è probabile che il Papa emerito riceverà la visita di Francesco. Che ha già in programma, come ogni anno, di passare a trovare il suo predecessore per gli auguri di Pasqua. Lo scorso anno, Bergoglio aveva offerto a Benedetto la messa del mattino e poi gli aveva inviato i suoi auguri personali.

Sulle condizioni fisiche di Benedetto, negli ultimi anni è stato un crescendo di segnalazioni allarmanti. Il 27 marzo del 2018, la fake-news della sua morte mise in allarme le redazioni italiane. La sala stampa della Santa Sede si affrettò a informare che Papa Francesco si era recato in visita da Benedetto per gli auguri di Pasqua e il giorno successivo, a zittire i rumors, intervenne Bergoglio: “L’amato Papa Benedetto ci segue in televisione”, disse nella prima udienza generale dopo la Pasqua.

Era stato lo stesso Ratzinger a far preoccupare i fedeli quando, in una lettera inviata a Massimo Franco e pubblicata sul Corriere della Sera, aveva confessato di sentire “scemare le forze fisiche interiormente”. E di essere “in pellegrinaggio verso la Casa del Padre”.

Ratzinger è fisicamente molto debole, ma ancora lucidissimo. Ne è la prova la lunga riflessione pubblicata nei giorni scorsi sulle cause della pedofilia nella Chiesa. Che ha fatto il giro del mondo e che ha riacceso le scintille tra conservatori e riformisti. Il direttore editoriale della comunicazione del Vaticano, Andrea Tornielli, ricorda però che sia Benedetto XVI che Francesco hanno tenuto di fronte agli scandali lo stesso tipo di approccio. Poco mediatico e poco roboante, che non si presta ad essere ridotto a slogan: “È una risposta che non confida nelle strutture (pur necessarie), nelle nuove norme emergenziali (altrettanto necessarie) o nei protocolli sempre più dettagliati e accurati per garantire la sicurezza dei bambini (comunque indispensabili). Tutti strumenti utili già definiti o in via di definizione. Quella di Benedetto prima, e di Francesco poi, è una risposta profondamente e semplicemente cristiana”.

Maria Elena Ribezzo

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