Traffico di rifiuti dalla Campania a Milano, 15 arresti dopo il rogo a Bovisasca

MILANO – Traffico illecito di rifiuti urbani dalla Campania verso il Norditalia: la squadra mobile di Milano sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone, di cui 8 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di dimora nel Comune di residenza. Gli arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo di traffico illecito di rifiuti, attività di gestione non autorizzata e intestazione fittizia di beni.

A dare il via alle indagini coordinate dalla Dda di Milano l’incendio nel capannone della Ipb nel quartiere Bovisasca di Milano. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire una vera e propria rete che si occupava del traffico illecito di rifiuti, provenienti principalmente dalla Campania, grazie al quale avrebbero ottenuto profitti per circa un milione di euro.

L’incendio nel deposito di Bovisasca: la balle provenienti da Napoli e Salerno

Una colonna di fumo nero si alza per decine di metri mentre le fiamme distruggono il deposito abusivo di via Chiasserini a Milano. E’ il 17 dello scorso ottobre quando, in seguito al rogo, sono iniziate le indagini condotte dalla squadra mobile di polizie e dai carabinieri del Noe, Alessandra Dolci, direttrice della Dda di Milano.

Gli inquirenti sono riusciti a individuare i titolari della discarica e i responsabili del traffico illecito di 37mila metri cubi di rifiuti. Non ci sarebbero però ancora sufficienti prove per addebitare la responsabilità dell’incendio, così come l’aggravante mafiosa.

Quasi tutte le ecoballe recavano la dicitura 0191212, che corrisponde al codice di provenienza dai Comuni di Napoli e Salerno.

Lombardia, Venezia, Verona: la rete dei rifiuti che soffoca l’Italia

Avrebbero dovuto arrivare a termovalorizzatori e impianti per il trattamento dei rifiuti speciali. Ma le tonnellate di immondizia proveniente dalla Campania ha invece raggiunto illegalmente la Lombardia. Invece di venire smaltiti in impianti autorizzati venivano abbandonati all’interno di numerosi capannoni, con un notevole risparmio sui costi di smaltimento. Una rete che abbracciava tutta l’Italia: i criminali avrebbero continuato infatti a stoccare rifiuti tra Venezia, Verona e Lodi. A Fossalta di Piave nel corso dell’indagine gli inquirenti hanno sequestrato un deposito stracolmo di immondizia, accumulata illegalmente.

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