Turchia, si va verso lo scontro diplomatico con gli Stati Uniti

Ad alimentare le tensioni tra i due Paesi è ancora una volta la questione curda

Foto Adem Altan / AFP in foto Erdogan

ISTANBUL – Ritorna il gelo tra Stati Uniti e Turchia dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ieri ha rifiutato di incontrare il consigliere di sicurezza nazionale americano John Bolton in visita ad Ankara. L’eclatante rifiuto è arrivato dopo aver bocciato la richiesta dell’amministrazione Trump di non attaccare i curdi nel nord della Siria, avanzata proprio da Bolton. La Turchia è impegnata a sopprimere una ribelle minoranza curda che considera terrorista all’interno dei suoi confini.

Gelo fra Turchia e Stati Uniti

Tra i due paesi non scorre buon sangue. Le tensioni girano intorno alla questione curda, che da anni tiene impegnati i due governi. Gli scontri sono però tornati dopo che Bolton ha dichiarato che un ritorno a casa dei militari statunitensi potrà avvenire solo a condizione che la Turchia si impegni a non invadere i territori in mano alle milizie Ypg. Per il presidente Erdogan quelle avanzate da Bolton sono richieste “inaccettabili”. Le parole del braccio destro di Trump hanno dunque causato l’annullamento dell’incontro previsto con il Consigliere per la sicurezza nazionale di Washington in programma ieri. L’incombenza è stata sbrigata dal suo consigliere e portavoce, Ibrahim Kalin.

I due paesi da tempo sfiorano lo scontro diplomatico

Ha commesso un grave errore“, ha detto infuriato Erdogan parlando davanti al Parlamento turco. “Le dichiarazioni di Bolton non sono accettabili. Se la pensa così, non raggiungeremo alcun compromesso. Non è possibile per noi digerire il messaggio di Bolton“. I rapporti tra Stati Uniti e Turchia rischiano di precipitare dopo questo ennesimo scontro diplomatico. I due paesi hanno superato le strette relazioni fra Erdogan e la Russia, l’incarcerazione di un religioso americano in Turchia (poi liberato a ottobre), per non parlare della richiesta che Ankara da tempo fa circa l’estradizione del dissidente Fetullah Gulen, che al momento risiede negli Stati Uniti.

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