Ultras di Inter e Nizza accomunati dall’odio verso i napoletani, ma c’è anche lo zampino dell’estrema destra

Già nell'agosto 2017 i francesi accolsero i partenopei con una sassaiola. Dietro i gruppi organizzati c'è anche una matrice politica.

MILANO – Li dividono i colori, opposti e detestati. Ma a saldare i rossoneri del Nizza e i nerazzurri dell’Inter, ci sono affinità estranee allo stesso mondo del pallone. Che però, nella geografia delle curve, una geografia complessa e ormai quasi totalmente dominata dall’ultradestra, valgono più di qualsiasi altro legame. E sarebbe questo il collante che ha unito l’internazionale ultrà contro gli odiati nemici napoletani.

Lo zampino dell’estrema destra

Perché, così dicono le prime indagini, i soldati del blitz militare di Santo Stefano, prima che del mondo del tifo organizzato fanno parte dei gruppi dell’ultradestra neofascista. Come i gemelli dei Blood Honour di Varese, vicini alla comunità dei Dodici raggi, e come molti interisti accolti sotto l’ala del movimento Lealtà Azione.

Il precedente tra Nizza e Napoli

Secondo gli inquirenti milanesi, per spiegare l’assalto ai tifosi napoletani bisogna analizzare la lunga catena di scontri e alleanze degli ultimi quindici anni. Ossia da quando nelle tifoserie di Inter e Varese i gruppi di estrema destra come Viking, Irriducibili e Blood Honour hanno iniziato ad avere un peso notevole. E a stringere alleanze europee. Soprattutto con gli Ultras populaire sud del Nizza, ugualmente di estrema destra. Nell’ottobre 2014, quando nel match di Europa League gli interisti affrontarono in scontri i tifosi francesi del Saint Etienne, insieme alla Curva Nord c’era anche i supporter del Nizza. Gli stessi che un anno più tardi accoglieranno i tifosi partenopei sotto una violenta sassaiola agostana.

La solidarietà dei francesi

L’odio per i napoletani ha semmai cementato ancora di più il legame tra le due tifoserie. “Solidarietà e pensieri ai nostri fratelli interisti e a tutti gli amici della Curva Nord. Rip Dede”, hanno scritto ieri i francesi sulla loro pagina Facebook, francesi che non hanno perdonato, al termine di un’amichevole, la devastazione da parte dei napoletani di uno svincolo autostradale alle porte della città. Per capire quanti dei violenti arrivati da Nizza abbiano partecipato all’assalto, bisognerà attendere l’analisi dei video in possesso della Digos. Ma si pensa ad almeno una ventina di elementi. Lo stesso per gli ultrà del Varese, di cui faceva parte Belardinelli.

Sono quattro i napoletani feriti

Anche i quattro napoletani feriti (Giovanni Stabile 43 anni, Angelo Iazzetta 39, Angelo Simone 37 e Luigi Corrente 40), militano in un gruppo organizzato, la Curva A del San Paolo. Duri e puri, abituati agli scontri e agli agguati. Il gruppo dei 10-12 pullmini napoletani si era riunito alle porte di Milano per poi entrare in Tangenziale Ovest in modo compatto e dirigersi al Meazza attraverso il corridoio di via Novara. Forse aspettandosi un agguato degli interisti. Quando la polizia ha intercettato grazie alle telecamere la carovana di biancazzurri, è stata inviata la volante ‘Meazza 1’ per scortare i tifosi fino al parcheggio ospiti.

L’agguato

Ma l’agguato è avvenuto due chilometri prima, in un punto di passaggio dove non è prevista la presenza delle forze dell’ordine. Segno che la ‘regia’ è stata nelle mani dei tifosi milanesi. Nonostante i capi storici della Curva Nord interista non abbiano preso parte all’assalto, ma anzi abbiano strategicamente mandato all’attacco volti meno «noti» dei loro.

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