Una donna al governo, che smacco per le femministe

Maria Bertone, direttore di Cronachedi.it, Cronache di Napoli e Cronache di Caserta
Maria Bertone, direttore di Cronachedi.it, Cronache di Napoli e Cronache di Caserta

E insomma, ci voleva la destra per portare al governo, per la prima volta in Italia, una donna. Madre e cristiana, perdipiù, direbbe la stessa Giorgia Meloni, che dopo il trionfo delle urne si avvia a grandi passi verso Palazzo Chigi, lei che proprio nelle donne ha avuto le principali nemiche in questa campagna elettorale.
Le femministe preoccupate che i diritti duramente conquistati, ormai cinquant’anni fa, aborto in primis, possano essere messi in discussione dall’affermazione della destra. Le femministe che con amore definiscono la Meloni “caciottara” perché non sussurra quando parla e non ha voluto studiare dizione per cancellare il suo accento romanesco. Le femministe che da decenni si battono perché le donne siano presenti nelle istituzioni ma che finora hanno potuto esultare solo per Nilde Iotti e Laura Boldrini presidenti della Camera e Catiuscia Marini e Debora Serracchiani presidenti di Regione.
Al di là delle considerazioni personali, della fede politica e dei fatti che da qui in avanti osserveremo e giudicheremo senza sconti, come abbiamo sempre fatto con tutti, uomini e donne, va fatta una riflessione. E’ Fratelli d’Italia che è riuscito a incoronare Giorgia Meloni leader di governo o Giorgia Meloni che si è costruita un partito per poter diventare leader di governo? Entrambe le circostanze, a ben vedere, rendono l’operazione di portata storica e meritevole del plauso bipartisan. Diversamente, le donne in politica resteranno sempre tappabuchi travestite da ‘quote rosa’, definizione insopportabile che rimanda alla riserva animale, tipo specie da proteggere, tutt’al più categoria fragile.
Il momento è propizio: ora che Letta ha annunciato che non si ricandiderà al congresso c’è spazio a sufficienza per una leadership al femminile. E se non c’è, l’auspicio è che qualcuna se lo prenda. Abituate come siamo a sgomitare, la prima fila sappiamo come si conquista. Oppure, citofonare Meloni.

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