Una legge per bandire il cibo sintetico

“Gli alimenti in laboratorio danneggeranno biodiversità, cultura, agricoltura”

NAPOLI (Anastasia Leonardo) – È partita anche in Campania la mobilitazione di Coldiretti per raccogliere su tutto il territorio nazionale le firme utili per la presentazione di una legge di iniziativa popolare che vieti la produzione, l’utilizzo e la vendita di cibo sintetico nel nostro Paese. Prodotti che, a detta di Coldiretti, “potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech. Una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dell’agricoltura, dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy”.
La petizione può essere sottoscritta in tutti gli uffici Coldiretti delle cinque province della regione, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi. “Questa non è solo la battaglia degli agricoltori e degli allevatori – evidenzia Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania -, ma è una battaglia di civiltà per tutti i cittadini. Siamo di fronte a una degenerazione della tecnologia, che diventa strumento speculativo della finanza. Cosa che temevamo da tempo. Creare cibo in laboratorio mette il bene primario nelle mani dei grandi capitali multinazionali, tagliando in un colpo solo produzione agricola, biodiversità, tutela del paesaggio, cultura. Chiederemo nelle prossime ore ai parlamentari, alla Regione, alle Province, ai Comuni, alle associazioni di pronunciarsi contro questa minaccia epocale, sottoscrivendo la proposta di legge affinché arrivi velocemente in parlamento”.
Già ad inizio 2023 – ricorda Coldiretti – potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici. Il primo prodotto di laboratorio è stata la finta carne della società americana Beyond Meat, sostenuta – ancora l’associazione – da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca. Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems).
L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni. “Per quanto riguarda la carne da laboratorio – conclude Coldiretti – la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti la società Remilk vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. In Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa si stanno buttando anche sul sushi in provetta”. Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione.

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