Usa 2020, primarie democratiche in Iowa in attesa dell’assoluzione di Trump

MILANO – Settimana cruciale per gli Stati Uniti, in vista delle presidenziali di novembre. Dopo la decisione del Senato di bocciare la richiesta dei democratici di sentire nuovi testimoni nel processo per impeachment di Trump sull’affaire ucraino, lunedì ci saranno le dichiarazioni finali di accusa e difesa. La votazione finale è prevista per mercoledì alle 16, le 22 in Italia, e l’assoluzione del tycoon è quasi certa.

In effetti Trump sperava che arrivasse prima del discorso sullo stato dell’Unione, previsto per martedì, e non è del tutto escluso che possa essere posticipato per dare più forza al presidente conservatore, in corsa per la rielezione. Anche alla luce del fatto che lunedì segna la prima tappa fondamentale per le primarie degli avversari con il caucus in Iowa.

I dem sono frammentati al loro interno e divisi anzitutto tra un’area più progressista e una più moderata, con la seconda che sostiene che candidati come Bernie Sanders ed Elizabeth Warren propongano idee che entusiasmano la base con proposte costose che non sarebbero però in grado di raccogliere una maggioranza elettorale contro Trump.

Sanders, senatore del Vermont che nel 2016 fu sconfitto da Hillary Clinton, ha sgomberato il campo da “malintesi” e promesso che, se perderà, “sosterremo il vincitore e so che tutti gli altri candidati faranno lo stesso”. Dovrà vedersela soprattutto con Joe Biden, vicepresidente durante la presidenza di Obama che ha giocato la carta dell’ex First Lady e l’appeal che ancora esercita la coppia sull’elettorato dem dicendo che gli piacerebbe avere come numero due Michelle.

Attorno a Biden ruota l’impeachment, con le presunte pressioni di Trump al presidente ucraino Volodymyr Zelensky perchè avviasse, in cambio dello sblocco di aiuti militari, indagini sugli affari in Ucraina della sua famiglia, con l’idea di trovare elementi per rallentare la sua corsa alla Casa Bianca.

Ad aspettarli al ‘Super Tuesday’ di marzo ci sarà Mike Bloomberg. L’ex sindaco di New York e magnate dei media, che ha ufficializzato la sua candidatura solo a novembre, potrebbe essere un avversario alla pari di Trump, sicuramente quanto a risorse. Tra i due è sfida di spot milionari al Super Bowl, e The Donald non gli risparmia attacchi.

‘Mini Mike’ fa parte delle fake news. Stanno tutti lavorando insieme -accusa il tycoon- sta portando il Comitato democratico nazionale a manipolare le elezioni contro ‘Bernie il pazzo'”, come ha soprannominato invece Sanders, “stanno rifacendo a Bernie quello che fecero nel 2016”. “Mini Mike sta ora negoziando per salire sul palco del dibattito della primarie democratiche”, scrive Trump facendo riferimento alle nuove regole dei dem e cercando di alimentare le divisioni tra gli avversari, “non è davvero giusto“.

Trump assicura però che gli piacerebbe correre contro Bloomberg, anche se poi lo accusa, con poco fair play, di aver chiesto un podio su cui salire nei dibattiti perchè è basso. La risposta non si è fatta attendere. Il presidente, ribatte la portavoce della campagna dell’ex sindaco di New York, “è un bugiardo patologico che mente su tutto: i suoi capelli finti, la sua obesità e l’abbronzatura con lo spray”.

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