Usa, Trump riceve Merkel: in serata conferenza stampa congiunta

Berlino (Germania), 27 apr. (LaPresse/AFP) – Tre giorni dopo Emmanuel Macron, il presidente Usa Donald Trump riceve oggi alla Casa Bianca Angela Merkel, che farà un ultimo tentativo europeo di convincere il tycoon a lasciar fuori l’Ue dai dazi e a salvaguardare l’accordo strategico sul nucleare iraniano. Macron, nonostante la complicità mostrata con Trump, non sembra avere ottenuto concessioni su questi due dossier cruciali. Anzi, al termine della sua visita l’inquilino dell’Eliseo ha dichiarato ai giornalisti che ritiene che il magnate uscirà dall’intesa con Teheran, “per ragioni nazionali”.

IL PROGRAMMA DI MERKEL-TRUMP. Il contrasto fra la visita di Macron e quella di Merkel è piuttosto marcato: con la cancelliera solo un pranzo di lavoro e una conferenza stampa congiunta, ma niente colpi di cannone né tappeto rosso, né cena di gala alla Casa Bianca. Una vignetta pubblicata in prima pagina dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung riassume il cambio di registro con umorismo: su un tavolo pronto ad accogliere la cancelliera c’è un menù semplice sul quale si legge ‘Resti riscaldati della cena di gala con il meraviglioso Emmanuel Macron’. L’arrivo di Merkel alla Casa Bianca è in programma intorno alle 11.40 (le 17.40 in Italia); seguirà l’incontro Merkel-Trump nello Studio Ovale, e alle 12.15 (le 18.15 in Italia) i due avranno un pranzo di lavoro; la conferenza stampa è in programma dalle 19.30 ora italiana.

IL NODO DEI DAZI SU ACCIAIO E ALLUMINIO. Merkel si fa poche illusioni, in particolare sui dazi su acciaio e alluminio europei. “Dobbiamo partire dal principio che i dazi arriveranno il 1° maggio”, ha dichiarato giovedì una fonte del governo tedesco coperta dall’anonimato. “Si vedrà cosa faremo”, ha aggiunto. A marzo il presidente Usa ha promulgato l’introduzione di dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio, accusando i suoi partner commerciali di pratiche sleali. L’Ue ha beneficiato di un’esenzione in extremis fino al 1° maggio in cambio di una richiesta di maggiore apertura dei mercati europei. Gli europei hanno già annunciato che verrebbero imposte delle misure in risposta, prendendo di mira prodotti americani emblematici. E in cambio Trump ha evocato altre tasse punitive, in particolare contro il settore strategico dell’automobile della Germania, il cui surplus commerciale esaspera l’inquilino della Casa Bianca. “La posizione della cancelliera è che noi preferiamo negoziare, ma per questo ci vorrebbe un’esenzione duratura dai dazi”, ha spiegato sempre la fonte del governo tedesco, insistendo sull’augurio di “approfondire le relazioni (economiche ndr.) importanti e buone con gli americani”.

Gli ultimi sviluppi sul tema risalgono a ieri: Larry Kudlow, direttore del Consiglio economico nazionale, ha avvertito che le esenzioni saranno prolungate solo se i Paesi alleati, quindi anche l’Ue, faranno concessioni sul commercio, in particolare nel settore auto. Dura la risposta del ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, il quale ha assicurato che l’Ue saprà reagire in caso di “guerra commerciale”. “Perché dovremmo fare concessioni? In nome di chi e cosa?”, ha aggiunto.

IL PRESSING PER L’ACCORDO SUL NUCLEARE IRANIANO. L’altro obiettivo di Merkel poi, come per Macron, è quello di convincere Trump che, senza una soluzione alternativa, l’accordo sul nucleare iraniano va preservato, altrimenti Teheran potrà riprendere la ricerca dell’arma atomica. Trump ha tempo fino al 12 maggio per decidere se ritirarsi o meno dall’accordo, ma pare che si prepari ad abbandonare il testo negoziato dal suo predecessore Barack Obama. Macron ha proposto a Trump di negoziare un accordo complementare al fine di rispondere ad alcune rivendicazioni Usa, in particolare sul programma balistico iraniano, ma si è poi mostrato molto pessimista sulle intenzioni del suo omologo americano: “l’analisi razionale di tutte le sue dichiarazioni non mi fa pensare che farà qualcosa per mantenere” l’intesa, ha detto l’inquilino dell’Eliseo. “Il punto di partenza della proposta di Macron è il mantenimento dell’accordo sul nucleare” perché “non può essere sciolto in modo unilaterale”, ha insistito l’alto responsabile tedesco. A parte Washington, tutti i firmatari dell’accordo sul nucleare iraniano (cioè Francia, Germania, Regno Unito, Ue, Pechino e Mosca) e gli ispettori internazionali ritengono che Teheran stia rispettando gli impegni.

INCOGNITA TRUMP. Che si tratti dell’Iran o del commercio “la grande incognita è sapere se il presidente Trump vuole risolvere tali questioni per rilanciare la cooperazione con gli alleati europei o se vuole continuare a minarla”, afferma Karen Donfried, presidente del centro di analisi Marshall Fund. “Se sceglie la seconda opzione, fornirà ancora una prova che ‘America first’ significa anche ‘America sola’”, ha aggiunto.

FRA MERKEL E TRUMP RAPPORTI FREDDI. Ostacolo aggiuntivo, per Merkel, è la freddezza del suo rapporto con Trump. Prima e dopo la sua elezione il miliardario americano si è scagliato contro la Germania in generale, e la cancelliera in particolare. Motivi di critica, a suo dire, sono spese militari insufficienti, accoglienza pericolosa dei rifugiati musulmani e una politica commerciale anti-americana. Berlino, alleato quasi incrollabile da 70 anni, si è ritrovato dunque spesso sul banco degli imputati con Trump accusatore. Nella visita di Merkel a Washington a marzo del 2017, Trump era sembrato ignorare degli appelli dei fotografi a stringere la mano a Merkel. Ed era stato teso anche l’incontro nell’ambito del G7 di Taormina sempre l’anno scorso. Nonostante tutto, “la relazione transatlantica è un tesoro che voglio coltivare e curare”, ha promesso Merkel la settimana scorsa.

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