Veneto, maestra con la tubercolosi a Motta di Livenza: 9 malati a scuola

I risultati dei controlli hanno portato preoccupazione tra studenti, maestri e professori

ROMA – Una maestra di una scuola elementare di Motta di Livenza, comune vicino Treviso, all’inizio di marzo ha mostrato -secondo quanto appurato dall’Unità sanitaria locale- di avere il batterio della tubercolosi, rimasto nascosto per quasi trent’anni. Lo riferisce la stampa locale del Veneto. I risultati dei controlli hanno portato preoccupazione tra studenti, maestri e professori. Perché i malati di tubercolosi sarebbero una decina, con 36 persone positive al contagio.

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Msf fornisce cure per la tubercolosi resistente ai farmaci in Ucraina dal 2011. Ed è attiva nella cura della tubercolosi in tutto il mondo da 30 anni. La storia di Ihor Bukhinevych, 33 anni, primo paziente guarito nel progetto pilota di Msf nella regione di Zitomir, è cominciata a maggio dell’anno scorso. Quando gli è stata diagnosticata una tubercolosi resistente ai farmaci. Ed è stato incluso nel nuovo progetto di Msf presso l’ospedale regionale di Zhitomir nell’Ucraina nord occidentale. Grazie all’approccio innovativo di Msf, Ihor è stato dimesso dall’ospedale dopo soli due mesi ed ha potuto continuare la sua cura a casa. Durante tutta la terapia, l’equipe di supporto ai pazienti di MSF, composta da infermieri, assistenti sociali e esperti di salute mentale, ha aiutato Ihor a superare gli effetti collaterali dei farmaci, la depressione e il rifiuto da parte di amici e familiari.

“Quando ho iniziato la terapia, ho avuto la depressione. Sapevo che la tubercolosi può essere curata ma la terapia è lunga e richiede l’isolamento da parte di tutti. Per circa 60 giorni sono stato curato in ospedale. E per me è stato molto difficile a livello psicologico assumere farmaci che ti fanno stare così male. Ho avuto arrossamenti della pelle, irritazione alla gola e a volte vomito. Gli odori diventano spesso insopportabili”, racconta il giovane. “Vorrei dire ad altri pazienti che stanno lottando contro la tubercolosi di non perdere la fiducia e seguire la cura. La fase più difficile è la durata della terapia. Ma poi ti guardi indietro e ti senti positivo perché sai che hai superato un periodo così difficile. La cosa più importante è iniziare, poi tutto il resto passa”, ha concluso.

(LaPresse)

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