Vent’anni di euro: dal sogno della moneta unica alla cura Draghi

Ripercorriamo i momenti decisivi per la valuta europea

©dpa/lapresse estero

MILANO – L’euro compie vent’anni. La moneta unica è stata lanciata il 1 gennaio 1999, inizialmente solo per le transazioni contabili e finanziarie, e tre anni più tardi anche con banconote e monete di uso comune. Questi i momenti decisivi per la valuta europea, la cui nascita è stata sancita nel 1992 dal Trattato di Maastricht.

Il debutto dell’euro

Il 31 dicembre 1998, alla vigilia del debutto dell’euro, i tassi di cambio definitivi sono resi noti dalla nuova Banca centrale europea: un euro varrà 1,95583 marchi tedeschi, 6,55957 franchi francesi e 1.936,27 lire italiane. Migliaia di funzionari nelle banche e nelle Borse di tutta Europa restano al lavoro nelle vacanze di Natale e di Capodanno per assicurarsi che tutto sia pronto quando i mercati finanziari riapriranno il 4 gennaio. I negozi si preparano a esporre i prezzi in due valute.

La moneta unica entra in commercio

Il 1 gennaio 1999 l’euro diventa la moneta ufficiale per 291 milioni di persone in 11 paesi: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. La nuova valuta può essere utilizzata per i bonifici bancari e per i pagamenti tramite assegno e carta di credito.

Lunedì 4 gennaio 1999 è il battesimo dell’euro sui mercati dei cambi. Un euro inizialmente scambia per più di 1,18 dollari, ma poche settimane dopo scivola a meno di un dollaro e alla fine di ottobre raggiunge il livello più basso di sempre, a 0,8230 dollari.

Il 1° gennaio 2001 la Grecia è il dodicesimo paese ad adottare la moneta unica.

Dal 2002 moneta ufficiale

Il 1° gennaio 2002 l’euro diventa moneta legale ufficiale, vengono messi in circolazione circa 15 miliardi di banconote e oltre 50 miliardi di monete. Cambia la vita di 304 milioni di europei, che iniziano a familiarizzare con la nuova valuta. Le valute nazionali vengono gradualmente eliminate, in un processo che si conclude il 1° marzo.

Il 15 luglio 2002 l’euro raggiunge nuovamente la parità con il dollaro.

Nel 2003 la Svezia, con un referendum, si unisce alla Danimarca e alla Gran Bretagna nel respingere la moneta unica.

L’eurozona si espande

Negli anni successivi nuovi paesi membri dell’Ue scelgono di adottare l’euro: Slovenia nel 2007, Cipro e Malta nel 2008, Slovacchia nel 2009, Estonia nel 2011, Lettonia nel 2014 e Lituania nel 2015.

Il 15 luglio 2008 l’euro raggiunge un tasso di cambio da record, scambiando a 1,6038 dollari, mentre gli Stati Uniti sono scossi dalla crisi dei mutui subprime. A novembre, tuttavia, l’eurozona entra in recessione.

Il salvataggio della Grecia dalla bancarotta

Il 2010 vede esplodere il problema dei debiti sovrani in Europa. A maggio l’Ue e il Fondo monetario internazionale intervengono con un salvataggio da 110 miliardi di euro per la Grecia, che si impegna in un severo piano di austerità. Un mese dopo l’euro precipita sotto 1,20 dollari.

A novembre anche l’Irlanda, le cui banche sono soffocati dai debiti, ottiene un piano di salvataggio Ue-Fmi da 85 miliardi di euro. Il Portogallo riceve analoghi aiuti, per 78 miliardi di euro, nel maggio 2011.

La difesa dell’euro e l’avvento di Draghi alla guida della Bce

Il 25 luglio 2012 il tasso di interesse dei titoli di Stato della Spagna sale al 7,6%, scatenando il timore di un crollo dell’euro. Il giorno dopo il presidente della Bce, Mario Draghi, in un celebre discorso promettere di “fare tutto il necessario per preservare l’euro”.

Nel mese di agosto del 2012, in una sola settimana, la Bce riacquista obbligazioni di Paesi della zona euro per 22 miliardi, sostenendo soprattutto l’Italia e la Spagna. In ottobre l’Ue decide di cancellare una parte del debito greco ed estendere una nuova serie di prestiti.

La gestione dell’eurozona

A maggio 2014 la moneta unica torna a salire e raggiunge quota 1,40 dollari, frenando le esportazioni. Nel giro di pochi mesi, anche per effetto del Quantitative Easing della Bce, l’euro crolla a 1,05 dollari. A luglio del 2015 la Grecia ottiene un terzo piano di salvataggio per evitare che finisca fuori dalla zona euro.

Nel 2016 la Bce dichiara di voler interrompere l’emissione della banconota da 500 euro entro la fine del 2018. La banconota è accusata di essere uno strumento di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo.

(Lapresse/AWE/AFP)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome