Verde pubblico, Italia a digiuno

Gli alberi diminuiscono l’afa e ‘mangiano’ lo smog: piantumare arbusti e curare aiuole per migliorare la qualità di vita del nostro quartiere. Nel nostro Paese ogni abitante dispone in città di appena 33,8 metri quadrati ‘green’

L’arrivo dell’estate in un Paese in cui scarsa è la presenza del verde pubblico cittadino rappresenta una zavorra spesso insopportabile. E’ il caso purtroppo proprio dell’Italia: nella nostra Penisola ogni abitante dispone in città di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano con lo smog che nelle città viene amplificato dall’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono un modo rilevante alla mitigazione del clima e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dati Istat nel corso dell’incontro “Il vivaismo italiano post covid-19” in occasione della diffusione della bozza del rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) dell’Onu.
Una situazione preoccupante anche per i grandi centri urbani – evidenzia Coldiretti – dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno solo dai 15,2 metri quadrati per abitante di Messina ai 17,1 a Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari. Uno scenario che ha un impatto importante anche sulle temperature urbane. Tendiamo spesso infatti a dimenticare che gli alberi in città non servono ‘solo’ a rendere le strade più gradevoli e graziose: è questo infatti solo l’aspetto più superficiale di una presenza indispensabile in città.
Pensate che un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone del centro o dove non ci sono piante o ombreggiature verdi. Ce ne accorgiamo quando notiamo il cambio di temperatura per esempio dal centro storico di Napoli, vero e proprio ‘forno’ d’estate, a zone come la collina dei Camaldoli, dove massiccia è la presenza di parchi e alberi che infatti tengono l’aria fresca anche da giugno a settembre.
Non è questo per nulla un aspetto secondario della qualità di vita. Tutt’altro: il caldo urbano è infatti considerato la calamità meteorologica più letale al mondo, considerato che le ondate di calore sono responsabili di circa 12.000 decessi ogni anno.
Al di là dell’azione politica, quella poi responsabile della costruzione di parchi e della piantumazione di alberi in città, cosa possiamo fare noi cittadini nel nostro piccolo per accrescere la percentuale di verde nel nostro quartiere? Piantumare un albero non è poi un’impresa così faticosa o costosa: basta una colletta pubblica o un piccolo contributo personale. Lo stesso discorso vale per le aiuole pubbliche: ce ne sono tante in città, eppure sono spesso abbandonate e piene di rifiuti. Bagnarle con costanza e tenerle pulite organizzando delle azioni di volontariato può essere un buon modo per tenerle vive ed evitare che si secchino. Naturalmente, una città in cui si soffoca è una città assediata dallo smog: cominciare ad utilizzare di meno l’auto o lo scooter aiuta a ripulire l’aria. L’alternativa è la bici o il monopattino, oltre ai trasporti pubblici. Guardiamoci intorno ed immaginiamo una città più verde, proponendo la creazione di spazi ricreativi che abbiano come punto di partenza l’amore per la natura.

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