Manovra, Moscovici: “Serve rispetto, non sono Babbo Natale. Procedura? Saremo cauti”

Il commissario europeo agli Affari economici replica alle parole di Salvini

in foto Pierre Moscovici

Roma (LaPresse) – “L’opinione della Commissione è un passaggio importante di una procedura prevista dai trattati, che sono approvati da tutti. Non mi sono messo il vestito rosso o la barba bianca e non sono Babbo Natale: sono il commissario agli Affari economici e finanziari e penso si debbano trattare queste questioni con rispetto reciproco, serietà e dignità. Non con disinvoltura e un’ironia che stride. È importante per gli italiani e per tutti gli europei. Diamoci da fare perché c’è tanto lavoro in questa situazione che nessuno ha voluto. Certo non noi. Il dialogo non è un’opzione, è un imperativo necessario più che mai”. Così il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, commenta in un’intervista al Corriere della Sera la replica di Matteo Salvini, il vicepremier,alla bocciatura Ue della Manovra italiana: “Aspetto una lettera di Babbo Natale”.

Il commissario europeo agli Affari economici replica alle parole di Salvini

“L’opinione della Commissione è un passaggio importante di una procedura prevista dai trattati, che sono approvati da tutti. Non mi sono messo il vestito rosso o la barba bianca e non sono Babbo Natale: sono il commissario agli Affari economici e finanziari e penso si debbano trattare queste questioni con rispetto reciproco, serietà e dignità. Non con disinvoltura e un’ironia che stride. È importante per gli italiani e per tutti gli europei. Diamoci da fare perché c’è tanto lavoro in questa situazione che nessuno ha voluto. Certo non noi. Il dialogo non è un’opzione, è un imperativo necessario più che mai”. Così il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, commenta in un’intervista al Corriere della Sera la replica di Matteo Salvini, il vicepremier,alla bocciatura Ue della Manovra italiana: “Aspetto una lettera di Babbo Natale”.

Sulla procedura, il commissario commenta: “La mia parola d’ordine: passo passo. Mi rifiuto di saltare alle conclusioni. Abbiamo giusto lanciato il processo che potrebbe condurre all’apertura della procedura. Ma il seguito non è già scritto: né il ritmo, né la traiettoria di riduzione del deficit e del debito. Per questo la disinvoltura non è la risposta adatta: troppo facile sparare sul pianista di Bruxelles. In questa vicenda noi siamo un elemento della catena, ma gli altri Stati decidono e l’Italia è sotto lo sguardo di tutti i governi, unanimi nel pensare che il Paese non sia sulla strada giusta. Tutti sperano che l’Italia resti decisiva al cuore della zona euro, ma sono preoccupati per la rotta che allontana la riduzione del debito e rischia di non creare crescita. Semmai, l’opposto”.

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