Processo P3,6 anni a Carboni.Condanna Verdini per finanziamento illecito

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

Roma, 16 mar. (LaPresse) – Sei anni e sei mesi per l’imprenditore Flavio Carboni e quattro anni e nove mesi per Arcangelo Martino. Queste le pene inflitte dal tribunale di Roma nella prima sentenza del processo che riconosce l’esistenza della loggia P3. L’ex senatore di Forza Italia Denis Verdini, è assolto dall’accusa di far parte dell’associazione, e condannato a un anno e tre mesi per il solo finanziamento illecito al partito. Il primo grado del processo si chiude oggi davanti alla nona sezione collegiale con otto condanne. Diciotto persone erano finite a processo nel 2010, e la maggior parte dei reati contestati oggi sono prescritti, come l’abuso d’ufficio contestato a Ugo Cappellacci di Forza Italia, all’epoca dei fatti presidente della Regione Sardegna. Tra i condannati, per abuso d’ufficio, a due anni, l’ex primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone.

Il procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e il pm Mario Palazzi avevano chiesto diciotto condanne, tra le quali quella a nove anni e sei mesi di carcere per Carboni, quattro anni per Verdini, otto per Martino e otto anche per l’ex giudice tributarista Pasquale Lombardi, deceduto la scorsa settimana. Erano loro, secondo gli inquirenti, i principali artefici dell’associazione segreta costituita in violazione della Legge Anselmi. Al gruppo veniva attribuita ”la realizzazione di una serie indeterminata di delitti di corruzione, abuso d’ufficio, illecito finanziamento dei partiti, diffamazione e violenze private”. Ma la maggior parte dei reati in questione sono oggi prescritti.

Obiettivo della P3, secondo le accuse, era quello, ”di condizionare il funzionamento degli organi costituzionali, nonché di apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali, con l’obiettivo di rafforzare sia la propria capacità di penetrazione negli apparati medesimi mediante il collocamento, in posizioni di rilievo, di persone a sé gradite, sia il proprio potere di influenza, sia la propria forza economico finanziaria”. Tra i presunti promotori del gruppo anche l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri il cui procedimento venne stralciato ed è ancora in corso.

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