Zagaria, Nicola Capaldo rinuncia allo scettro: “Non sono capace di comandare”

Lo sfogo del nipote del capoclan in auto con la fidanzata intercettato dai carabinieri: "Non ho il polso di Filippo"

Nicola e Filippo Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria
Nicola e Filippo Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria

CASAPESENNA – Prendere in mano le redini della famiglia, dettare la linea, comandare… non è nelle corde di Nicola Capaldo: il delfino, “il nipote prediletto” del capoclan Capastorta, al secolo Michele Zagaria, era e resta il fratello, Filippo. Ed infatti non ha mai scalpitato per sostituirlo. “Io voglio stare più tranquillo”: e con questa frase già nel 2017 a Jennifer Sanchelli, la fidanzata, Nicola aveva confessato la sua scarsa ambizione criminale. A raccogliere quello sfogo, però, non c’era soltanto la dolce metà. Era ascoltato anche dai carabinieri del Ros, grazie ad una cimice installata nella sua Smart, rigorosamente con targa straniera (della Repubblica Ceca).

Era da poco scattata la mezzanotte del 7 gennaio. Nicola, oggi 40enne, aveva voglia di parlare, di confidarsi. E nonostante si trovasse in auto, sottovalutando, probabilmente, la possibilità di essere intercettato, per 35 minuti parlò senza troppi filtri della sua famiglia impregnata di mafia e delle pressioni che riceveva dal papà Raffaele, marito di Beatrice Zagaria, sorella maggiore del boss Michele.

La rinuncia di Nicola

“Va trovando che io devo prendere in mano la famiglia, come ha fatto Filippo. Io non ho il polso di Filippo. Ma un poco perché sono così, e un altro poco perché mi stanco. Io voglio stare più tranquillo. Invece Filippo no, Filippo doveva stare sempre a graffiare a terra… per portarci qualcosa a casa. Ho capito, ed io dicevo, ragazzi, facciamo una cosa in meno… vediamo di stare in grazia di Dio. Questi ci fanno prendere collera. Io sono un po’ come lo zio Michele con Filippo. Lo frenavo un poco, ma quello che vuole, quello portava a me, a mia mamma, ci portava sempre appresso!”. Una chiara di rinuncia allo scettro. Con Filippo in cella, non aveva intenzione di sostituirlo alla guida della famiglia. E per come è strutturato il gruppo Zagaria, il concetto di famiglia calca, in buona parte, l’organizzazione mafiosa. A tratti le due entità si intrecciano, a volte si sovrappongono: “Non ho il polso di… a comandare ci vuole la capacità. Io non l‘ho mai avuta. A parte il fatto che non mi piace”.

L’indagine della Dda sulla famiglia Capaldo

Lo sfogo di Nicola con la ragazza è stato inserito dal pm Maurizio Giordana nella recente inchiesta che lo ha coinvolto insieme a Filippo e al loro fratello minore, Mario Francesco: i tre sono accusati di associazione mafiosa insieme agli imprenditori Paolo Siciliano, di Capodrise, e Alfonso Ottimo, di Frignano. Lo scorso gennaio i cinque finirono in cella, ma il Riesame ha annullato il provvedimento cautelare emesso dal gip. La Dda, ora, sta valutando l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

Michele Zagaria

La compagna francese di Michele Zagaria

La chiacchierata tra Nicola Capaldo e la ragazza (estranea all’indagine), oltre a confermare, stando alla tesi degli inquirenti, la centralità nella famiglia Zagaria di Filippo, ha fornito ai Ros pure dettagli di colore sulla vita da fuggiasco di Capastorta. Il nipote provava ammirazione per lo zio (dal 2011 al 41 bis). “Teneva la cultura a livello eh… a livello di marciapiede! Viaggiava, per ovvi motivi viaggiava. Parla tre lingue”. “Veramente?”, gli chiese Jennifer. L’idea del boss poliglotta la destabilizzava. “Parla il francese e l’inglese come… proprio il francese, proprio bello! – le confermò Nicola – Ma veramente eh… voglio dire, mo’ se tu vai a parlare con qualcuno e dici: ma uno di mezzo la strada parla tre lingue? Lo zio parla tre lingue. L’inglese se la cava, ma il francese proprio come l’italiano”. E la presunta dimestichezza con la lingua dei cugini d’Oltralpe sarebbe derivata da una relazione sentimentale avuta dal boss. “Teneva una compagna. Era della Corsica. Teneva una compagna, poi la lasciò, però gli piaceva assai proprio. Lo zio Pasquale, invece, tre lingue non le parla, però parla, sa parlare con tutti quanti. Lo zio Pasquale proprio faceva paura!”.

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