Primavera di Praga: 50 anni fa l’invasione dell’Urss, oggi le proteste contro Babis

Un'occasione per denunciare l'attuale governo ceco, sostenuto dai comunisti

dpa/lapresse politica Praga 10-03-1968 Primavera di Praga

PRAGA (LaPresse/AFP) – Cinquant’anni fa i carri armati sovietici stroncavano la ‘Primavera di Praga’ del 1968, segnando la fine del progetto incarnato da Alexander Dubcek. Commemorazioni oggi sia in Repubblica Ceca che in Slovacchia, separatesi nel 1993. E a Praga le cerimonie sono state anche l’occasione per denunciare l’attuale governo ceco, sostenuto dai comunisti.

L’opposizione al governo Babis

Proteste contro il governo guidato dal miliardario Andrej Babis sono esplose per esempio all’omaggio delle oltre 400 vittime dell’intervento e dell’occupazione sovietica. Che si è svolto a partire da mezzogiorno a Praga davanti alla sede della radio. Composto dal movimento populista ANO di Babis e dal partito socialdemocratico Cssd, l’esecutivo ha superato il voto di fiducia solo grazie all’appoggio del partito comunista Kscm. Nostalgico del periodo sovietico. Si tratta della prima volta dalla caduta della ‘cortina di ferro’ nel 1989. “Chi governa con i comunisti disonora le vittime dell’occupazione del 1968”, si leggeva su un cartello portato da un manifestante.

La strage

Proprio davanti alla sede della radio morirono il 21 agosto del 1968 una quindicina di cechi, perlopiù giovani. Mentre tentavano a mani nude di impedire la presa dell’edificio da parte degli invasori. Il discorso di Babis, che era accompagnato dalle guardie del corpo, come pure quello del capo della Camera bassa Radek Vondracek. Anche lui membro del movimento ANO, è stato accolto dalle grida ‘Vergogna’ e da fischi assordanti. I detrattori di Babis gli rimproverano anche la sua appartenenza al partito comunista e la presunta collaborazione con la polizia segreta StB, prima del 1989. ‘Bures vattene!’, hanno scandito i manifestanti, alludendo al presunto nome in codice di Babis nei dossier della StB.

La ‘Primavera di Praga’

Precursore della ‘perestroika’ di Gorbaciov, la ‘Primavera di Praga’ si è tradotta in particolare in riforme politiche ed economiche, nello stop della censura e nella liberalizzazione delle attività culturali. Ma nella notte fra il 20 e il 21 agosto del 1968, una trentina di divisioni sovietiche, sostenute da unità di Bulgaria, Ungheria, Polonia e della Germania dell’Est, posero fine in modo brutale a questo sogno. “Cinquant’anni fa, l’invasione sovietica in Cecoslovacchia ha schiacciato la Primavera di Praga. Ma questo desiderio di libertà e di democrazia è sopravvissuto e costituisce l’essenziale di ciò che oggi unisce l’Europa”. Lo ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

Il ricordo della Repubblica Ceca

Numerose cerimonie, concerti ed eventi sono in programma per oggi in tutta la Repubblica Ceca. In serata un concerto è in programma a piazza San Venceslao, a cui parteciperanno molte star della musica pop tra cui la cantante Marta Kubisova. Nel 1968, lei si schierò apertamente a fianco della Primavera di Praga. Lunedì diverse centinaia di manifestanti si erano già raccolti davanti all’ambasciata della Russia a Praga, rispondendo all’appello di diverse ong locali, sotto la parola d’ordine ‘Noi non dimentichiamo’.

Commemorazioni anche in Slovacchia

Commemorazioni anche in Slovacchia. Nel corso della giornata di oggi, la tv pubblica Ceska Televize (CT) diffonde trasmissioni speciali in attesa, in serata, di un discorso del presidente slovacco, Andrej Kiska. “L’agosto del 1968 figura fra gli eventi che bisogna sempre ricordare alle future generazioni. Questi eventi hanno toccato ogni famiglia e restano nella memoria dei nostri genitori e nonni”, afferma il premier slovacco, Peter Pellegrini, dalle colonne del giornale Hospodarske Noviny.

Le cerimonie previste

Diversamente, il capo dello Stato ceco Milos Zeman, a cui i detrattori rimproverano spesso una politica filo-russa, ha deciso di mantenere il silenzio. L’assenza dalle cerimonie di commemorazione di Zeman, ex comunista proprio come Babis, è stata duramente criticata dai partiti d’opposizione di destra. Secondo il suo portavoce, Jiri Ovcacek, il presidente aveva già dato “prova del suo coraggio opponendosi pubblicamente all’occupazione nel 1968”.

In Slovacchia l’evento più significativo della giornata sarà l’inaugurazione a Kosice di un monumento al giornalista investigativo Jan Kuciak, assassinato il 21 febbraio scorso insieme alla fidanzata. L’anniversario dell’intervento delle truppe del Patto di Varsavia, infatti, cade esattamente sei mesi dopo la morte del reporter, ha ricordato il realizzatore del monumento, Peter Kalmus.

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