Banche e assicurazioni, contributo alla manovra per 4 miliardi

È stato calcolato che la stretta fiscale sulle banche porterà nelle casse dello Stato circa 3,3 miliardi di euro mentre quella sulle assicurazioni circa 900 milioni di euro

ROMA – Si aggira sui 4 miliardi di euro l’impatto che banche e assicurazioni avranno sulla nuova manovra fiscale.

E In particolare, la stretta fiscale sbanche porterà nelle casse dello Stato circa 3,3 miliardi di euro mentre quella sulle assicurazioni circa 900 milioni di euro. Per le banche, inoltre, è stata rinviata al 2026 la possibilità di dedurre il 10% di svalutazioni e perdite sui crediti ai fini di Ires e Irap. Secondo fonti interne a Palazzo Chigi gli interessi passivi deducibili saranno pari all’86% del totale e non più il 100%. Le compagnie assicurative subiranno invece unaumento al 75%(dal precedente 59%) dell’aliquota sull’acconto dei premi incassati. Tale aliquota salirà al 90% nel 2020 e al 100% l’anno successivo.

La stima di Altroconsumo

Alyroconsumo ha avviato una serie di stress test, in stile Banca centrale europea, per vedere quali sono le banche realmente in grado di reggere al deteriorarsi della situazione. I risultati saranno pubblicati il 22 ottobre, ma l’organizzazione a tutela dei consumatori ha già provato a fare qualche ipotesi sull’impatto che il DEF e la reazione negativa dei mercati avrebbe sugli istituti di credito del nostro paese.

Assicurazioni

Per Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne dell’Organizzazione di consumatori, “intravediamo un macro effetto della manovra che potrebbe segnare i rating delle agenzie;sul fronte assicurativo una ricaduta sulle piccole compagnie, che non necessariamente dovrà ripercuotersi sui premi delle polizze per gli assicurati. Rimane oscuro, invece, cosa si voglia fare sul fronte rcauto”.

Il DPB inviato dal governo alla Commissione europea si riferisce a interventi fiscali sulle assicurazioni che dovrebbero portare circa1 miliardo di euro in tre anni (870 milioni nel 2019, nessun gettito aggiuntivo nel 2020 e circa 350 milioni nel 2021).

“Per le assicurazioni – spiega l’associazione – si tratta di una rideterminazione degli acconti dell’imposta suipremi assicurativi. L’aliquota attualmente determinata nella misura del 59% per l’anno 2019 e al 74% per gli anni successivi, è rideterminata al 75% per l’anno 2019, al 90% nel 2020 e al 100% dal 2021”.

Potenziali aumenti dei premi

Queste misure non riguardano solo RC auto, ma anche le assicurazioni in generale e “non incidono direttamente sui premi assicurativi, ma sui tempi di versamento al fisco delle imposte incassate dalle compagnie sui premi pagati dagli assicurati”. Per cui non dovrebbe esserci un impatto sui premi, tuttavia per alcune compagnie e in particolare, con ogni probabilità, le più piccole, ci sarebbe un effetto negativo sui loro bilanci (specie l’anno prossimo), che le costringerà ad aumentare i premi per fare cassa. “Vista la crescente concorrenzialità nel settore RC auto questo settore potrebbe non esserne coinvolto – ipotizza Altroconsumo che per questo comparto

“oggi la personalizzazione e la differenziazione sul territorio sono già presenti, dunque aspettiamo di vedere come si interverrà sui premi al Sud. I contratti RCA sono già di validità annuale senza tacito rinnovo; ci chiediamo quali siano i vincoli di cui si parla nel Comunicato stampa del CdM”.

Banche

L’ok alla manovra ha già determinato reazioni fortemente negative da parte della Commissione Europea che potrebbe non dare il via libera al testo. Inoltre “anche le agenzie di rating potrebbero bocciare i nostri conti pubblici, e il loro giudizio è atteso per fine mese”.

“Le banche italiane hanno in panciacirca 370 miliardi di Btp – il triplo di quanti ne hanno in mano le famiglie: per ogni 7% in meno di prezzo dei Btp sono miliardi di capitale che vanno in fumo. In particolare, per le prime cinque banche italiane del Paese, ogni punto di spread significa 9 miliardi di capitale che vanno in fumo”.

Effetti sullo spread

Gli effetti potenziali su spread e rendimenti dei titoli di Stato potrebbero pesare fortemente sui risparmiatori: per ogni punto percentuale di spread in più, il prezzo dei Btp scende di circa il 7%. Altroconsumo ha dunque calcolato che per il sistema bancario italiano, in caso di esacerbarsi delle tensioni sui mercati, si metterebbe male.

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