I bluff del salernitano che ci fanno vergognare

Dopo quasi quattro anni di gestione da oligarca di Vincenzo De Luca la speranza ha lasciato il posto ad una delle più cocenti delusioni vissute dai cittadini campani

Foto LaPresse - Matteo Corner 28/06/2018 Milano, Italia Cronaca Conferenza stampa per la collaborazione tra gli ospedali Niguarda di Milano e Cardarelli di Napoli Nella foto Vincenzo de Luca

La politica nell’ultimo decennio ha dimostrato che al peggio non c’è limite. Molti lamentavano l’incapacità dell’amministrazione regionale guidata da Stefano Caldoro di produrre un’azione di rilancio economico, sociale e culturale. Pensando che un uomo passato agli onori della cronaca con la definizione di ‘sceriffo di Salerno’ avrebbe di sicuro rappresentato la marcia in più per la Campania.

Dopo quasi quattro anni di gestione da oligarca di Vincenzo De Luca la speranza ha lasciato il posto ad una delle più cocenti delusioni vissute dai cittadini campani, con un ex sceriffo tramutatosi in ‘governatore della frittura’, così denominato in omaggio all’utilizzo elettorale dei suoi nominati nel campo della sanità. Quasi tutti coloro che vanno in giro per l’Italia hanno dovuto subire, e ancora subiscono, gli sfottò che il resto degli italiani ci destinano: ‘Il vostro presidente è più esilarante di Maurizio Crozza!’.

E fin qui la nota di colore. Poi vengono i fatti: abbiamo trasporti da terzo mondo (eccezion fatta per i collegamenti alla città di Salerno, questi sempre più numerosi), scuole lasciate al degrado più assoluto (ad eccezione dell’Università di Fisciano, ben collegata anche questa ad ogni angolo della regione), sanità agli ultimi posti nelle graduatorie nazionali (eppure Caldoro aveva lasciato i bilanci in ordine) con migrazioni di dimensioni bibliche di pazienti in strutture di altre regioni, sanità ricettacolo di clientele e di opacità (chi non ha la sventura di dover toccare con mano può tranquillamente seguire le inchieste, sempre più numerose, che i network televisivi, nazionali ovviamente, dedicano all’argomento).

E delle promesse da pinocchio consumato ne vogliamo parlare? Ci vorrebbe un fiume di inchiostro, ma una va ricordata: la superballa dello smaltimento delle ecoballe che, esattamente come quattro anni fa, giacciono a far bella mostra dell’inettitudine della regione nel giuglianese.

A detta del salernitano De Luca in sei mesi sarebbero sparite. Meritiamo questi sfaceli, si dice, per il fatto che lo abbiamo eletto. E questo è maledettamente vero. Come è vero che in consiglio regionale l’opposizione è del tutto assente, o per incapacità o per evidenti conflitti di interesse. Ai politicanti che affollano la scena ricordiamo che per la prima volta nella storia delle istituzioni la Regione Campania è priva dell’assessorato all’agricoltura.

Ci pensate? La nostra regione, che nel corso di secoli di storia ha legato le proprie fortune alla capacità di sviluppo delle politiche agricole, si ritrova grazie all’ex sindaco di Salerno a non avere un assessorato dedicato. Il tutto nel pieno silenzio di tutti, maggioranze e opposizioni uguali sono in questo. Ma se è vero come è vero che abbiamo un assessore regionale in meno, per amore di verità bisogna pur dire che c’è un deputato nazionale in più a Salerno (seppur eletto nel proporzionale a Caserta perché sconfitto a casa sua…). Si chiama Piero De Luca e, manco a dirlo, si tratta del pargolo del nostro presidente.

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