Roma, reclutava stranieri da sfruttare: arrestato un caporale

I militari hanno sequestrato due manufatti fatiscenti, senza pavimentazione, dove i quattro braccianti bengalesi erano costretti ad alloggiare privi di acqua e luce

Foto Stefano Cavicchi/LaPresse

ROMA – Reclutava connazionali per poi sfruttarli nei campi dediti alla coltivazione di prodotti agricoli in provincia di Roma. Per tale ragione, i carabinieri della Compagnia di Colleferro, con la collaborazione dei colleghi del Comando carabinieri per la Tutela del Lavoro, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino bengalese di 46 anni. L’uomo è in regola con il permesso di soggiorno e con precedenti. Ed è accusato del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

L’uomo aveva reclutato 4 connazionale per impiegarli nel settore agricolo

I carabinieri, in sintonia con l’ispettorato Territoriale del Lavoro di Roma, sotto la regia della Procura di Velletri, hanno scoperto come l’uomo dopo aver reclutato quattro suoi connazionali, dai 24 ai 51 anni e tutti in regola con il permesso di soggiorno e incensurati, li impiegasse su un terreno agricolo. Che era affidato in concessione alla società di cui era amministratore di fatto. Sfruttandoli e approfittando dello stato di bisogno in cui versavano.

Il sequestro delle forze dell’ordine

In un terreno di 25000 metri quadri destinato alla coltura di ortaggi misti e di canapa indiana, i militari hanno sequestrato due manufatti fatiscenti, senza pavimentazione. Dove i quattro braccianti bengalesi erano costretti ad alloggiare privi di acqua e luce e delle più elementari condizioni d’igiene e sicurezza.

Sfruttamento e violazione delle norme lavorative

Grazie a lunghi appostamenti, di giorno e di notte, a pedinamenti, e alle testimonianze raccolte, i carabinieri hanno dimostrato come, per più di un anno, il caporale oltre ad impiegarli in nero pagandoli con un corrispettivo in denaro nettamente inferiore alla retribuzione prevista dal contratto di categoria, violasse le norme in materia di lavoro e sui riposi settimanali. E anche quelle in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

I braccianti lavoravano per 11 ore consecutive al giorno senza riposi

I militari di Valmontone e del Nucleo Ispettorato del Lavoro nello specifico hanno certificato come i braccianti venissero impiegati per undici ore consecutive al giorno. E per sette giorni la settimana senza fruire di riposi e pagati meno di venti euro al giorno.

Le condizioni disumane in cui versavano gli agricoltori sono state dimostrate dai Carabinieri i quali hanno certificato come gli stessi, nel corso della stagione fredda, si rifugiassero in un bar per scaldarsi fino alla chiusura dell’esercizio e per rifornirsi di acqua. Dato che in alternativa erano costretti ad utilizzare quella del torrente adiacente alla baracca fatiscente in cui vivevano.

I carabinieri hanno arrestato il caporale, ora è nel carcere di Velletri

Nei confronti della società agricola coinvolta, i carabinieri hanno sequestrato conti correnti per il valore di euro 73.500. L’arrestato è stato portato nel carcere di Velletri dove resta a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

(Lapresse)

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