LAMPEDUSA – Dopo quasi 24 ore al largo del porto di Lampedusa e l’apertura di un fascicolo con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, la nave Mare Jonio è stata messa sotto sequestro ed è entrata nel porto di Lampedusa scortata da motovedette della guardia di finanza. Attesi a terra i 48 migranti ancora a bordo dell’imbarcazione – uno è già stato fatto sbarcare per una presunta polmonite e ricoverato al presidio ospedaliero di Lampedusa – soccorsi lunedì al largo delle coste libiche. Secondo fonti del Viminale, che si è impegnato subito per fermare quelle che considera le azioni illegali delle ong, nelle prossime ore potrebbero scattare gli interrogatori dell’equipaggio.
Un migrante con la polmonite
Il migrante con sospetta polmonite a bordo della nave Mare Jonio è stato fatto sbarcare, grazie anche all’intervento della guardia costiera. Lo sbarco è avvenuto sulla base del rapporto redatto dal medico di bordo della imbarcazione e della richiesta del comandante della Mare Jonio. La persona sbarcata è ora ricoverata al presidio ospedaliero di Lampedusa. Tavolo permanente al Viminale.
L’accusa: la nave Mare Jonio ha disobbedito agli ordini
Secondo alcune fonti, fino a questo momento sono emersi i seguenti elementi: “La nave Mare Jonio ha disobbedito per ben due volte all’ordine della guardia di finanza di spegnere i motori. È come un’auto che non rispetta l’alt di un posto di blocco. Il mare non era mosso né c’era pericolo di affondamento. La Mare Jonio era più vicina a Libia e Tunisia ma ha fatto rotta verso l’Italia, sottoponendo gli immigrati a un viaggio più lungo. La nave non ha avvisato Malta. Ha disobbedito alle indicazioni della guardia costiera libica”. Un comportamento che dimostra, secondo il Viminale, il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini.
La rabbia di Salvini
Durante la giornata di oggi il ministro dell’Inter Matteo Salvini è stato molto duro. “Nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per le persone a bordo, nessun mare in tempesta”. Ha detto il leader della Lega. “Ignorate le indicazioni della guardia costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza”. “Possono essere curati – ha chiuso Salvini – nutriti, vestiti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede”.