MILANO – I playoff Nba 2019 senza LeBron James. Era nell’aria e da oggi è matematico, cioè ufficiale. Il cammino dei Los Angeles Lakers non proseguirà in post-season: inutile girarci intorno, è un fallimento su tutta la linea del progetto gialloviola, scattato con grandi ambizioni. Un flop che ha dell’incredibile dal momento che la presenza del fuoriclasse di Akron, sbarcato a Los Angeles dopo la fine dell’esperienza a Cleveland, doveva sulla carta garantire il pass alla franchigia californiana, la seconda più titolata nella storia della Nba.
Il flop dei Lakers, non basta Lebron James
Fatale la sconfitta casalinga, nella notte italiana, contro Brooklyn (106-111): non sono bastati i 33 punti conditi da 20 rimbalzi di McGee, carreer-high, e la quasi tripla doppia del ‘Prescelto’, autore di 25 punti, 14 assist e 9 rimbalzi, per evitare il quinto ko consecutivo. Caduta che relega i losangelini a 11 vittorie dall’ottavo posto, l’ultimo disponibile per il pass post-season, quando mancano 10 partite alla fine della regular season.
Il 34enne LeBron, tre volte campione Nba, non mancava l’appuntamento con i playoff dal 2005 e vede interrompere la serie di otto partecipazione consecutive, tra Miami e Cleveland, alle Finals. La fine di un’era in Nba e il più grande fiasco nella trionfale carriera di LeBron, che tutto si aspettava fuorché guardare i playoff da spettatore.
La delusione nelle parole del campione
“E’ stata una stagione difficile per tutti noi, non è andata come speravamo, tra infortuni e squalifiche”, ha commentato ‘King James’. “Non siamo mai riusciti ad avere continuità per 48 minuti nelle partite giocate. Qualificarsi per i playoff – ha aggiunto – non è mai una formalità, devi lottare per arrivare a giocarli. Ma personalmente non cambia nulla per me non giocarli in questa stagione”.
Certo, è più che lecito domandarsi come sarebbe stata la stagione dei Lakers senza l’infortunio all’adduttore riportato a fine dicembre contro i Warriors da LeBron, rimasto ai box per un mese. Un’assenza che si è indubbiamente fatta sentire: da quella gara i losangelini hanno rimediato ben 27 sconfitte su 38 gara. Lo stesso ‘King James’, tuttavia, ha ammesso di non essere stato “bravo ed efficiente” come si era augurato al momento del suo arrivo a Los Angeles.
Nuovi obiettivi da definire per la società
Sfumato il grande obiettivo, la ‘palla’ passa ai vertici gialloviola: il presidente Magic Johnson e il general manager Rob Pelinka, dovranno muoversi in fretta per ottenere il massimo dai rimanenti tre anni sul contratto di LeBron, pagato a peso d’oro (154 milioni di dollari per quattro stagioni). A livello di salary cap, hanno la possibilità di ingaggiare almeno un grande nome da affiancare al loro fuoriclasse: nella lista dei possibili obiettivi Kevin Durant e Klay Thompson (Golden State) e Kawhli Leonard (Toronto). Perché il prossimo anno non si potrà più sbagliare.
(LaPresse/di Attilio Celeghini)