Morte Astori: c’è un terzo indagato nell’inchiesta bis

Nuovo colpo di scena nell'indagine

Davide Astori
Foto LaPresse - Jennifer Lorenzini

FIRENZE – Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sulla morte di Davide Astori, il capitano della Fiorentina deceduto il 4 marzo 2018 a Udine nella camera d’albergo in cui era in ritiro con la squadra, ed in particolare nel fascicolo bis, che corre parallelo a quello principale aperto per omicidio colposo in cui sono finiti sotto indagine – per imperizia e negligenza – i medici che hanno rilasciato al calciatore il giudizio di idoneità allo sport agonistico, e cioè Giorgio Galanti e Francesco Stagno, e che è incentrato su un certificato medico che attesterebbe un esame effettuato sul giocatore e che potrebbe risultare falso, è stato iscritto nel registro degli indagati anche il direttore della Medicina sportiva dell’ospedale fiorentino di Careggi, Pietro Amedeo Modesti. Ne dà notizia oggi il quotidiano La Nazione. Spiegando che l’ipotesi di reato avanzata nei confronti di Modesti è soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.

Nuovo colpo di scena nell’indagine

Nel mirino della procura è finito il referto di un esame, lo ‘strain’ che serve per accertare la contrattilità e la distensività del muscolo cardiaco. Secondo l’ipotesi dell’accusa, sarebbe stato “fabbricato’ per attestare un esame che non sarebbe stato effettuato o che, al tempo, non venne refertato. Un certificato che è stato presentato in procura con la data di redazione del 10 luglio 2017. Ma prodotto, sempre secondo l’accusa, in una data anteriore o prossima al 10 aprile 2019. In questa inchiesta bis sono già indagati in concorso, per falso materiale in atto pubblico, il professor Galanti e una sua stretta collaboratrice, Loira Toncelli.

Da quanto riferisce la Nazione, sul referto dello strain, stampato dal computer dell’istituto di Medicina sportiva di Careggi, sarebbe comparsa l’equipe della struttura oggi diretta da Modesti. E Modesti, del tutto estraneo agli eventi accaduti nel luglio 2017, accorgendosi di questo particolare, avrebbe tentato di distruggere il documento. Che però è arrivato ugualmente in procura. Lunedì i tre indagati sono stati convocati in procura per l’interrogatorio.

(LaPresse)

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