Istat, l’inflazione ai massimi dal 2008: timori per i consumi di Natale

A novembre, l'inflazione accelera ancora, portandosi a un livello che non si vedeva da settembre 2008 e continuando a essere sostenuta soprattutto dalla crescita dei prezzi dell'energia, con l'accelerazione in particolare della componente non regolamentata che segue quella della componente regolamentata registrata a ottobre.

ROMA – A novembre, l’inflazione accelera ancora, portandosi a un livello che non si vedeva da settembre 2008 e continuando a essere sostenuta soprattutto dalla crescita dei prezzi dell’energia, con l’accelerazione in particolare della componente non regolamentata che segue quella della componente regolamentata registrata a ottobre. A fotografare l’andamento dei prezzi è l’Istat che segnala che a novembre l’inflazione registra un aumento dello 0,6% su base mensile e del 3,7% su base annua (dal +3% del mese precedente) mentre la stima preliminare era del +3,8%.

La cosiddetta ‘inflazione di fondo’, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe da +1,1% di ottobre a +1,3% con l’inflazione di fondo che sale a livelli che non si vedevano da maggio 2013. In deciso rialzo anche il cosiddetto ‘carrello della spesa’, il paniere che include i prodotti di maggior consumo.

Decisamente preoccupate le reazioni delle associazioni dei consumatori. Parla di “Caporetto per i consumi” l’Unione consumatori secondo cui “un Natale in bianco sarebbe letale per molti commercianti che sono ancora ben lungi dall’aver recuperato le perdite registrate durante la pandemia e che fanno affidamento sulle prossime festività per salvare l’anno”, come sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unc. Aggiunge Dona: “A fare da traino sono i rialzi di luce, gas e carburanti, senza i quali l’indice scenderebbe dal 3,7% all’1,3%. Ecco perché il Governo, invece di continuare con il balletto delle cifre su quanto intende stanziare per bloccare i prossimi aumenti di luce e gas dovrebbe bloccare i rincari, senza se e senza ma.” Dona fa anche alcuni conti sull’impatto dei rincari. “Per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, l’inflazione a +3,7% significa un aumento del costo della vita pari a 1.312 euro su base annua, 524 solo per abitazione, acqua ed elettricità, 567 euro per i trasporti. Per una coppia con un figlio, la maggior spesa annua è pari a 1.215 euro, 526 per l’abitazione, 494 per i trasporti, per una famiglia media il rialzo complessivo è di 1.017 euro, 493 per l’abitazione e 363 per i trasporti”.

Conti più o meno in linea con quelli calcolati dal Codacons che parla di “massacro” per le famiglie che dovranno sopportare una stangata fino a 1.137 euro annui. Per il presidente Carlo Rienzi infatti “il forte incremento dei listini al dettaglio avrà conseguenze negative sulla spesa di Natale, riducendo gli acquisti delle famiglie legati alla festività: caleranno quest’anno numero ed entità dei regali, e ci sarà una forte contrazione della spesa nel settore dei viaggi di fine anno, proprio come reazione al forte rialzo di prezzi e tariffe in tutti i settori.Il Governo non può più restare a guardare e, al pari di quanto fatto per le bollette dell’energia, deve intervenire con urgenza per porre un freno alla crescita dei prezzi al dettaglio, partendo da un taglio delle tasse che gravano su carburanti e che incidono sulla crescita dei listini”, conclude Rienzi.

LaPresse

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