Real Madrid, Ancelotti e la quinta finale di Champions: “Mi adatto ai cambiamenti”

Le parole del tecnico italiano

Foto Cafaro/LaPresse in foto Carlo Ancelotti

TORINO – “La mia quinta finale di Champions League? Ci ho pensato. Sì, sono passati tanti anni dalla prima volta. Il calcio è cambiato e sono riuscito ad adattarmi ai cambiamenti. Dalla prima finale del 2003 a oggi ci sono stati molti miglioramenti. Il calcio è sempre uno spettacolo interessante e io mi adatto perché ho una grande passione per questo sport”. Carlo Ancelotti, tecnico del Real Madrid, si racconta in una intervista a Uefa.com a pochi giorni dalla sua quinta finale di Champions League, che vedrà i blancos contrapposti al Liverpool.

“In Champions League ci siamo affrontati tante volte – ha ricordato – La prima fu nel 1984 in finale a Roma, ma non ho giocato perché ero infortunato. Poi nel 2005 e nel 2007 (ai tempi del Milan, ndr), poi la rivalità si è accentuata quando ho lavorato all’Everton. Il Liverpool è una grande squadra, difficile da affrontare. Gioca ad altissimo livello, con grande fisicità, ma è un piacere trovarlo in finale”.

A proposito di Milan l’allenatore emiliano ha ricordato che “quella del 2005 è stata la migliore squadra che abbia mai avuto in finale. Purtroppo nel calcio c’è un’imprevedibilità che non puoi controllare. È difficile da spiegare. È difficile spiegare come abbiamo fatto a segnare due gol in un minuto al 90′ contro il City. Sono cose che succedono e devi accettarle, senza pensarci troppo – ha ammesso – Il calcio offre sempre una possibilità di riscatto, che è arrivata due anni dopo (nel 2007, quando il Milan ha battuto il Liverpool in finale, ndr)”.

I Reds vorranno vendicare la sconfitta subita nella finale del 2018. “Anche il Real Madrid cerca vendetta, perché ha perso una finale contro il Liverpool (quella del 1981 a Parigi, ndr). Non penso che significhi molto. Si affrontano due grandi squadre e alla fine vincerà quella con più coraggio e personalità. Come ho detto, il Liverpool ha molta qualità, gioca ad alta intensità ed è ben organizzato. È una delle squadre più forti – ha proseguito – Jürgen Klopp è un grande allenatore e abbiamo un buon rapporto. Ha portato qualche novità nel calcio, soprattutto intensità e pressing offensivo. Sta facendo un ottimo lavoro. Cosa si prova a vincere la Champions? Senti di aver vinto la competizione più importante, di aver fatto bene il tuo lavoro. Se è diverso vincerla da allenatore e da giocatore? Beh, sì. I sentimenti e le emozioni sono diversi: sono più forti quando vinci da allenatore. Da giocatore fai parte di un gruppo vincente, ma da allenatore hai più responsabilità”.

Infine, una battuta sui suoi rapporti sempre ottimi con i calciatori. “Faccio una distinzione tra il giocatore e la persona. Penso che far vedere il tuo vero carattere sia molto importante per avere un rapporto di rispetto con qualcuno. Un giocatore ha la fortuna di giocare a calcio, io ho la fortuna allenare – ha concluso – Bisogna sempre distinguere tra ciò che si fa e ciò che si è”.

(LaPresse)

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