Roma, 26 ago. (LaPresse) – “Sono contrario al Ceta come lo sono al trattato Europa-Giappone e proprio per questo ritengo che non lo si debba utilizzare come minaccia o addirittura come merce di scambio con l’Europa. Per essere autorevoli e credibili dobbiamo sostenere principi e difendere la specificità del nostro Paese. Ciò con un occhio di riguardo alle nostre produzioni agricole, magari considerando anche quelle del Sud. Tuttavia non dobbiamo utilizzare questi argomenti in modo strumentale come una clava per ottenere altre finalità quant’anche fossero giuste”. Così il deputato Paolo Russo, responsabile nazionale del dipartimento Agricoltura di Forza Italia e promotore del comitato interparlamentare NO CETA.
aggiunge Russo
“Gli agricoltori italiani sono stufi di essere merce di scambio. L’altro ieri con le quote acciaio, ieri con le commesse di automobili in Turchia ed ancora nelle guerre inutili e commerciali con la Russia ed oggi, scopriamo dalle parole del vicepremier Di Maio, per una quota di migranti. Le promesse fatte in campagna elettorale non possono essere barattate per qualche margine di flessibilità in più. Quegli impegni assunti con gli agricoltori italiani vanno mantenuti a prescindere e soprattutto per tutelare le migliaia di prodotti a marchio del nostro Paese. Unica ricchezza non replicabile e modello di sviluppo del nostro Paese”. “Mi dispiace dover rilevare come, nella migliore delle ipotesi, il governo non creda a nulla di ciò che è scritto nel “contratto” che anzi utilizza come minaccia ora a destra ed ora a manca: una sorta di politica senza valori e senza idee pronta al tweet e poco incline alla coerenza ed all’erica dei comportamenti”, conclude il deputato.
