Manovra bocciata, l’Italia rischia di perdere 9 miliardi di euro

La commissione dell'Ue si riunirà a dicembre, senza il cambio di rotta la decisione definitiva arriverà entro febbraio. Salvini: "Bruxelles faccia ciò che vuole, avanti così".

LP / AFP PHOTO / Daniel ROLAND

ROMA – Se il governo non ridurrà il deficit, a novembre partirà l’iter che può sfociare in sanzioni fino a 9 miliardi. Se nel frattempo le agenzie di rating tagliassero il merito di credito sotto il livello investment grade, l’Eurotower non potrebbe continuare a riacquistare i nostri titoli.

Turbolenze di mercato fino a dicembre

Fino a dicembre non cambierà nulla. A parte le inevitabili turbolenze sui mercati. Le prossime tre settimane saranno all’insegna del confronto e del dialogo tra Roma e la Commissione europea, che ha bocciato il Documento programmatico di bilancio italiano chiedendo di modificarlo entro il 13 novembre.

Sanzioni fino a 9 miliardi

Ma se il governo gialloverde deciderà di proseguire sul percorso deciso a settembre a fine anno o al più tardi nei primi mesi del 2019 il conto arriverà. Il mancato rispetto degli impegni presi aprirà la strada a una procedura di infrazione, che può sfociare in sanzioni fino a un massimo di 9 miliardi. Possibile anche la perdita di accesso al programma di acquisto di titoli di Stato della Bce. Il prossimo anno la Banca Centrale Europea concluderà il quantitative easing ma continuerà a reinvestire i proventi dei bond per comprarne altri.

La bocciatura della manovra e la procedura per deficit eccessivo

La manovra per il 2019 non rispetta gli impegni sulla riduzione del deficit strutturale. Lo aumenta dello 0,8% invece che ridurlo dello 0,6% come prevedevano le raccomandazioni approvate a giugno e sottoscritte anche dal premier Giuseppe Conte. Per questo la Commissione l’ha rigettata e ha chiesto a Roma di inviare un nuovo Documento programmatico di bilancio entro tre settimane. In assenza di modifiche, Bruxelles dovrà rivalutare anche la decisione di non aprire una procedura per deficit eccessivo sul bilancio italiano del 2018. La Penisola infatti era stata solo rimandata proprio perché era in regola con gli obblighi di riduzione del deficit strutturale.

Decisione al più tardi a febbraio

La prima tappa, nel caso l’Italia resti ferma, sarà un nuovo rapporto sull’evoluzione del debito ex articolo 126/3 dei Trattati. Su quella base la Commissione potrà raccomandare al Consiglio di aprire una nuova procedura per disavanzo eccessivo come quella da cui siamo usciti nel 2013. Già a dicembre, o più probabilmente a febbraio, l’organo legislativo dell’Unione sarà il via libera alla procedura. A quel punto partirà il balletto delle raccomandazioni seguite dalla richiesta di versare in un deposito infruttifero presso l’Unione una cifra pari allo 0,2% del pil, circa 3,6 miliardi. A questa ammenda può essere aggiunta una componente variabile fino a un tetto complessivo dello 0,5% del pil, vale a dire 9 miliardi.

Salvini: “Da Bruxelles attacco all’economia italiana”

“Bruxelles può mandare 12 letterine, da qui fino a Natale”, ma la manovra “non cambia”. Così Matteo Salvini, ai microfoni di Rtl 102.5. E rincara: “È un attacco all’economia italiana”. Il vicepremier leghista conferma insomma l’intenzione del governo di non arretrare di un passo sui conti pubblici. E lo fa senza rispondere nel merito alle contestazioni di Bruxelles ma ricorrendo al solito argomento: l’Europa, anzi gli “euroburocrati”, ce l’hanno con l’Italia. “Se insistono a tirare schiaffoni a caso – dice – mi verrebbe voglia di dare più soldi agli italiani”.

La manovra è espansiva, assicura, e contribuirà alla ripresa dell’economia e al calo del debito: “Se la gente lavora di più, spende di più e paga le tasse“. Altre argomentazioni sulle quali la Commissione europea ha sollevato più di un dubbio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome