Abi, Franco fiducioso sulla crescita: Visco teme la frenata con lo stop al gas russo”

Le previsioni per la crescita sono positive ma il sistema finanziario deve tenere alta la guardia: le incognite sono molte e importanti, legate agli effetti delle tensioni internazionali principalmente sul fronte energetico.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Daniele Franco

ROMA – Le previsioni per la crescita sono positive ma il sistema finanziario deve tenere alta la guardia: le incognite sono molte e importanti, legate agli effetti delle tensioni internazionali principalmente sul fronte energetico. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco è fiducioso sulle prospettive del Pil italiano, ma il Governatore della Banca d’Italia teme l’ipotesi di una brusca frenata causata da un eventuale stop alle forniture di gas russo nel terzo trimestre del 2022. È il monito che arriva dal palco dell’assemblea annuale dell’Abi. Se è vero infatti che Via XX Settembre stima, per il secondo trimestre del 2022, una “crescita robusta, con un Pil acquisito sopra il 3%”, è altrettanto certo il rischio concreto “di una battuta d’arresto o quantomeno di un marcato rallentamento: alcuni indicatori vanno già in questa direzione”. Le criticità esistono, ma Franco mette al bando il disfattismo: “non bisogna abbandonarsi al pessimismo, siamo di fronte a numerosi segnali di fermento del nostro Paese. Infatti il ministro fa presente che nel 2021, dopo l’aumento di circa 20 punti percentuali nel 2020 a causa della pandemia, “il rapporto debito/Pil, contrariamente alle previsioni iniziali, è diminuito di 4,5 punti a 150,8%”. Diminuzione che si presume proseguirà in maniera significativa anche quest’anno, dati gli incoraggianti andamenti recenti dei saldi di cassa: “Nei primi sei mesi dell’anno il fabbisogno del settore statale si è dimezzato rispetto al primo semestre del 2021: da 84,7 a 41,7 miliardi di euro”.

La questione del gas rende però scivoloso il terreno, come sottolinea Visco. L’economia italiana dovrebbe infatti crescere “in linea con l’area dell’euro nel biennio 2022-23” ma un eventuale interruzione delle forniture di gas russo nel terzo trimestre di quest’anno creerebbero “uno scenario avverso”, con una contrazione del Pil per il biennio 2022-2023 e un ritorno alla crescita solo nel 2024. Un arresto che produrrebbe, a catena, “ricadute dirette sui settori a più elevata intensità energetica, ulteriori rialzi nei prezzi delle materie prime, un più deciso rallentamento del commercio estero, un peggioramento della fiducia e un aumento dell’incertezza”. Ci troviamo quindi in una fase estremamente “delicata”, secondo il Governatore, in cui “il contributo che il sistema finanziario è chiamato a fornire sul fronte dell’allocazione dei flussi di credito e del sostegno all’economia è particolarmente importante”.

Un’affermazione che trova d’accordo Antonio Patuelli, oggi rieletto presidente di Abi: “i compiti delle banche sono quanto mai importanti e complessi”, ricorda infatti, spingendo sulla necessità che l’Unione bancaria proceda speditamente e “senza strappi” ma soprattutto invocando interventi straordinari contro l’aumento dei crediti deteriorati che, spiega, “possono riprendere a crescere nonostante le costanti attività delle banche per ridurli”, portando di conseguenza ad un aumento delle crisi di imprese che, invece, devono “ancora essere accompagnate da misure di finanza d’emergenza”.

di Martina Regis

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