Antitrust: istruttorie per 7 società energetiche, aumenti di prezzo ingiustificati

L'Antitrust ha avviato 7 istruttorie nei confronti delle principali società fornitrici di energia elettrica e di gas naturale sul mercato libero, che rappresentano circa l'80% del mercato

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

L’Antitrust ha avviato 7 istruttorie nei confronti delle principali società fornitrici di energia elettrica e di gas naturale sul mercato libero, che rappresentano circa l’80% del mercato. Si tratta di Enel, Eni, Hera, A2a, Edison, Acea ed Engie, che insieme rappresentano l’80% del mercato. A finire sotto il faro dell’Autorità le proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale e le successive proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali. Cozzerebbero con l’art. 3 del cosiddetto decreto Aiuti bis.

La norma infatti sospende, dal 10 agosto fino al 30 aprile 2023, l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia delle relative comunicazioni di preavviso, salvo che le modifiche di prezzo si siano già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso.

Questi interventi vanno ad aggiungersi ai quattro procedimenti istruttori e agli altrettanti provvedimenti cautelari adottati nei confronti delle società Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola e fanno seguito ad un’ attività preistruttoria svolta nei confronti di 25 imprese, dalla quale è emerso che circa la metà degli operatori interessati ha rispettato la legge evitando di modificare le condizioni economiche – dopo il 10 agosto 2022 – ovvero revocando gli aumenti illecitamente applicati.

Alle sette società viene contestata la mancata sospensione delle comunicazioni di proposta di modifica unilaterale delle condizioni economiche, inviate prima del 10 agosto 2022 e, in seguito, le proposte di aggiornamento o di rinnovo dei prezzi di fornitura, di carattere peggiorativo, giustificate sulla base della asserita scadenza delle offerte a prezzo fisso.

Ad Acea viene anche contestata l’asserita efficacia delle comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perché inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti bis (10 agosto 2022) e non “perfezionate” prima della stessa data.

Sulla base dei dati forniti dalle imprese, risulta che i consumatori, i condomini e le microimprese interessati dalle comunicazioni di variazione delle condizioni economiche sono 7.546.963, di cui circa 2.667.127 avrebbero già subito un ingiustificato aumento di prezzo.

Le imprese dovranno, quindi, sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022 e dovranno comunicare all’Autorità le misure che adotteranno al riguardo. Entro sette giorni, le società potranno difendersi e l’Autorità potrà confermare o meno i provvedimenti cautelari.

Soddisfazione arriva dal Codacons. “Con i provvedimenti cautelari comunicati oggi nei confronti delle società del mercato libero dell’energia per illegittime modifiche unilaterali al prezzo di fornitura di energia elettrica e gas – sottolinea l’associazione dei consumatori- l’Antitrust ha accolto le denunce del Codacons che, come si ricorderà, a più riprese aveva sollevato il caso delle scorrettezze a danno di milioni di consumatori che nei mesi scorsi hanno subito aumenti ingiustificati dei prezzi in bolletta.

Il Codacons però chiede di più, e torna all’attacco. “L’Autorità per la concorrenza e il mercato ha accolto tutte le nostre richieste, ma non ci basta – afferma – Sul fronte delle bollette e delle modifiche unilaterali dei contratti, con prezzi aumentati arbitrariamente e contratti rescissi senza preavviso in barba alle disposizioni del Dl Aiuti Bis, dovrà intervenire anche la magistratura. Abbiamo deciso di presentare un nuovo esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, affinché si indaghi a tutto campo sul comportamento delle società del mercato libero, accertando se le pratiche adottate possano configurare eventuali fattispecie penalmente rilevanti, dalla truffa all’appropriazione indebita, fino all’interruzione di pubblico servizio”.

Intanto il prossimo 20 dicembre il Consiglio di Stato “deciderà se bloccare tutti gli aumenti di luce e gas scattati nel corso del 2022”. Come chiesto con un ricorso dal Codacons.

LaPresse

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