Arbore torna in Tv: vi porto musica, avventure e successi

Foto Mario Cartelli/LaPresse

NAPOLIRenzo Arbore dedica un altro omaggio alla sua Napoli. Il 12, il 19 e il 26 giugno prossimi su Rai 5 tre alle 21,15 andranno in onda tre appuntamenti da non perdere: gustosi menù infarciti di canzoni classiche napoletane. Un piatto succulento condito dalla sapiente musica dell’Orchestra italiana con chitarre, mandolini, fisarmonica, pianoforte, tamburi, tamburelli e voci, unici e irripetibili. Un succulento repertorio, insomma, in cui verranno proposti i brani che hanno segnato un’epoca in Italia e non solo. ‘Ll’arte d’ ‘o sole’, il titolo della trasmissione che va ad aggiungersi agli oltre 1500 concerti e la miriade di trasmissioni radiofoniche e televisive in cui Arbore ha promosso la canzone classica napoletana, quale immagine e simbolo del nostro Paese: a Mosca come a Parigi; a Londra come a New York, passando per il Canada, l’Australia, il Brasile, il Giappone, l’Argentina. Oltre che per il Messico, il Venezuela, la Tunisia, la Spagna, Malta e Montecarlo. Insomma Arbore e l’Orchestra italiana, un tutt’uno per Napoli e con Napoli. Quella che prenderà il via questa sera è una sorta di dichiarazione di onnipotenza della cultura napoletana, che viene identificata da Arbore come “l’arte che ha generato bellissime canzoni per merito di una città, Napoli, che ha fatto del sole il suo biglietto da visita e la sua fonte di ispirazione”. Il nuovo programma sancisce di fatto il ritorno televisivo del Maestro foggiano, dopo l’ennesimo successo mediatico ottenuto su Rai 2 con ‘Guarda stupisci’. Il programma vivrà le sue tre serate nello studio del Centro di produzione Rai di Napoli, con le scenografie di Cappellini e Licheri “ricche di dettagli ed elementi che ricordano la città, il suo golfo, le sue tradizioni e gli artefici della canzone umoristica napoletana”. Cronache lo ha avvicinato telefonicamente durante il suo viaggio alla volta di Assisi dove l’altra sera ha dato il suo contributo artistico alla serata di solidarietà ‘Con il cuore’ in onore dei frati del Sacro Convento di Assisi, nel nome di Francesco.

Cosa ci propone Renzo Arbore con l’Orchestra italiana in ‘Ll’arte d’ ‘o sole’?

Saranno una summa di avventure, canzoni e successi ottenuti in tutto il mondo in 28 anni di Orchestra italiana. Dalla Russia alla Cina, passando per l’Australia, Rio de Janeiro, Parigi, Londra. Ascolterete e vedrete canzoni montate ad arte da Emiliano Bontone con cui ho creato un programma di due ore che prevede una scorpacciata di musica napoletana quella vera, quella d’autore, che fa parte dello straordinario patrimonio culturale italiano e mondiale. Canzoni che vanno conservate alla memoria e che perfino gli stessi cantanti napoletani avevano erroneamente trascurato ritenendole oramai obsolete. Grandissimo sbaglio perché si tratta di canzoni senza tempo, eterne, sempre verdi dall’altissimo valore poetico e musicale.

Anche perché il napoletano non è una semplice dialetto, ma una vera e propria lingua..

Quello certamente. Il napoletano del resto lo cantano dappertutto. E proprio in questo programma si vedrà come i russi i coreani cantano in napoletano o i tenori non italiani che, quando chiudono un loro concerto, fanno sempre una delle canzoni napoletane più famose come ‘Torna a Surriento’. Il culto della canzone napoletana è assoluto conosciuto anche al Madison Square Garden di New York dove Ray Charles ha insistito per cantare con noi ‘O sole mio’.

Lei pur essendo foggiano canta ed esalta la canzone napoletana. Come mai?

Io non sono neppure americano eppure amo il jazz. Con questo voglio dire che non bisogna essere napoletani per elogiare questo genere di musica. Del resto neppure Stefano Bollani non è di New Orleans eppure gli piace il jazz. Il napoletano è la cultura italiana e tutti noi siamo stati allevati con questo genere di canzoni. Soprattutto i non più giovani come noi che abbiamo vissuto fino agli anni ’50, ’60 di canzoni italiane e canzoni napoletane, appunto. Poi per colpa di qualcuno che ha fatto decadere il Festival di Napoli, anche la radio che era allora l’unico mezzo di comunicazione ha abbandonato le belle vetrine di musica napoletana.

Ecco perché via via le canzoni napoletane sono diventate sempre più rare. Fortunatamente poi sono arrivati quelli che l’hanno rinnovate come Pino Daniele, Gragnaniello e pochissimi altri non napoletani come Dalla che ha scritto ad esempio ‘Caruso’ in napoletano. O come altri non napoletani come Mario Costa nato a Taranto, mentre Evemero Nardella che ha scritto ‘Chiove’ era di Foggia.

Della canzone napoletana lei ne ha fatto una vera ragione di vita

L’ho approfondita non solo con l’Orchestra italiana, ma anche grazie a degli studi specifici particolareggiati diventando anche Presidente dell’Archivio della canzone napoletana inglobata successivamente nella Discoteca di Stato.

L’Orchestra italiana, un vero marchio di fabbrica

Nasce dalla mia passione oltre al jazz per la musica napoletana. Poi mi sono accorto che nessuno rispolverava quel tipo di canzoni diventando appannaggio solo di posteggiatori o di cantanti di piano bar. Per cui ho deciso che era giunto il momento che facessi io un’orchestra per poi riprendere una passione coltivata con Sergio Bruni e Roberto Murolo proprio nei miei anni napoletani che sono stati ben sette. Anni importantissimi perché segnati dalle grandi canzoni.

In queste tre serate l’accompagnerà un altro grande artista napoletano, Maurizio Casagrande.

E’ un grande attore. Maurizio non recita ma declama adottando un napoletano forbito che fa capire bene i testi. Quei testi anche di canzonette che sono ricchissime di spunti, poesia per cui è giustissimo che vengano divulgate anche ad un pubblico nazionale meno attento come quello del nord.

Solo un accenno ad alcuni dei suoi programmi che hanno segnato un’epoca…

Ho cominciato con tre format radiofonici: ‘Bandiera Gialla’, ‘Per voi giovani’ e ‘Alto gradimento’. Poi ci sono stati ben 15 format televisivi tra i quali ‘L’altra domenica’, nata prima di ‘Domenica in’, e ‘Speciale per voi’, un programma dove ho lanciato Lucio Battisti e Patti Pravo. Il mio primo talk show in televisione risale a fine anni ’60. Poi altri programmi come ‘Telepatria international’, dove ha debuttato Abatantuono e la consacrazione al definitivo successo con ‘Quelli della notte’ e ‘Indietro tutta’ che ho confermato nel 2005 con ‘Meno siamo e meglio siamo’. Sono 15 invece i programmi alla Rai che diventano 16 con la piccola università di ‘Indietro tutta 30 e lode’ e 17 con ‘Guarda stupisci’ dove i giovani possono vedere programmi per loro del tutto inediti.

Nel rivedere certe immagini si è letta una certa emozione sul suo volto

Sono stati anni importanti ma per fortuna vado avanti. Ora ciò che mi emoziona molto sono le canzoni napoletane con gli arrangiamenti di Massimo Volpe e i ragazzi dell’Orchestra italiana. Ogni volta che suoniamo c’è sempre una nuova emozione o un divertimento; il merito va ascritto soprattutto ai musicisti che amano la tradizione così come la musica moderna.

I suoi prossimi appuntamenti?

Saremo all’Arena Flegrea l’11 luglio prossimo. Ora vado a Ponza e poi in tanti altri posti in giro per l’Italia.

Lei il 24 di questo mese compirà 82 anni

Sì, e mi tengo ‘scetato’ come si dice a Napoli, grazie all’Orchestra italiana.

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