Atletica, Jacobs: ora sono io l’uomo da battere. Doping? No ho sofferto

"Doping? Chi mi accusa non sa quanto ho sofferto. La mia vittoria sui 60 metri indoor ai Mondiali più difficile anche dei 100 all’Olimpiade"

(AP Photo/David Goldman)

MILANO – “Doping? Chi mi accusa non sa quanto ho sofferto. La mia vittoria sui 60 metri indoor ai Mondiali più difficile anche dei 100 all’Olimpiade”. Lo ha detto Marcell Jacobs nel corso di una intervista al Corriere della Sera in edicola oggi. “È stata la vittoria più difficile. Venivo da un’annata super, in cui mi era andato tutto bene. In molti avevano sollevato mille dubbi – ha aggiunto – sarà deconcentrato, non avrà più fame… Tanti non conoscono l’atletica, pensano che si possa vincere l’Olimpiade così, con una botta di culo. Dovevo far capire che Tokyo non è stata un caso. È il frutto del lavoro di una squadra, di una vita”.

Jacobs ha poi ribadito che è più difficile “una finale mondiale dei 60 metri indoor, e non solo perché alla fine vai a sbattere a 50 all’ora contro un materasso. Avevo contro Christian Coleman: campione del mondo e recordman in carica, che era stato sospeso e quindi doveva riguadagnarsi tutti i contratti. E io ogni anno provo a saltare la stagione indoor, perché sono pigro, ma poi il mio allenatore mi costringe…”. Una scelta rischiosa “perché era stata una stagione lunghissima, complicata da un infortunio. E l’energia nervosa si era spenta. Avrei rischiato di farmi male”. Ora l’obiettivo è preparare bene la stagione indoor. “Questo sarà l’anno più importante della mia vita: ci sono i Mondiali e gli Europei. E avrò gli occhi di tutti puntati addosso. Mi studieranno per capire come battermi”. Ma ci sarà spazio anche per la vita privata. “Il 17 settembre mi sposo con Nicole e verrà anche mio padre: ho spezzato la maledizione degli abbandoni”, ha concluso Jacobs.

(LaPresse)

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