Autonomia, passo decisivo. Conte: “Il 15 febbraio firma con le regioni”

Le notizie rimbalzate da Roma hanno subito acceso l'entusiasmo di chi, come Zaia e Fontana, aspettava da anni questo momento

Foto Palazzo Chigi/Filippo Attili/LaPresse 24-11-2018 Bruxelles, Belgio PoliticaGiuseppe Conte e GIovanni Tria a BruxellesNella Foto: Giuseppe Conte, Pierre MoscoviciDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

ROMA – Il passo più importante verso la realizzazione delle autonomie è stato compiuto. Una procedura molto tecnica, che allo stesso tempo racchiude un senso politico estremamente profondo. In Consiglio dei ministri, infatti, è stata illustrata l’intesa differenziata con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna (le tre Regioni andate al referendum nel 2017). Prevista dall’articolo 116 comma 3 della Costituzione.

Autonomia, da gennaio l’iter

L’iter ora prevede la firma degli accordi da parte del presidente del Consiglio con i vari governatori che, infine, dovranno essere recepiti da un disegno di legge sul quale servirà il sì della maggioranza assoluta del Parlamento.

La conferma del premier Conte

Con il passaggio sostanziale a Palazzo Chigi, però, il più è fatto. Parola di Giuseppe Conte: “Abbiamo delineato un percorso cronologico”, spiega il premier. “Per metà gennaio ci siamo riproposti di completare le istruttorie delle varie competenze” e “trovarci nella condizione perché possa incontrare il 15 febbraio i presidenti delle Regioni e sottoscrivere, o avviare l’iter per la sottoscrizione, delle intese”.

L’analisi di Salvini e Stefani

Seduto alla sua destra, Matteo Salvini, con il sorriso delle grandi occasioni stampato in volto, ascolta le dichiarazioni del presidente del Consiglio e si gode la vittoria politica. “Oggi ci sono troppi cittadini del Sud che devono prendere il treno o l’aereo per venire a farsi curare negli ospedali lombardi o veneti, con questa gestione centralizzata. L’obiettivo è ridurre questo divario che è esistente ed evidente”, sottolinea il segretario della Lega.

Un mantra sposato anche dal ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, che rivela: “Le richieste di maggiore autonomia non sono arrivate solo da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna”, ma anche da Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Piemonte, che proprio questa settimana mi ha portato il dossier che apre la fase delle trattativa”. Per l’esponente del Carroccio “è una grandissima opportunità per l’Italia e per tutte le Regioni, nessuna esclusa”. Non a caso, infatti, Salvini ha citato il caso della Puglia “che a parole sembra essere interessata” al tema.

Festeggiano i governatori Zaia e Fontana

Le notizie rimbalzate da Roma hanno subito acceso l’entusiasmo di chi, da anni, aspettava questo momento. “Mai regalo di Natale più bello i veneti avrebbero potuto trovare sotto l’albero”, festeggia il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Finalmente quella che qualcuno definiva un’utopia, una folle idea, una cosa irrealizzabile sta diventando realtà”. Esultanza condivisa anche dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana: “Valutiamo positivamente l’impegno dell’esecutivo che, anche oggi, ha confermato come il percorso che porterà la nostra Regione a centrare l’obiettivo dell’autonomia prosegua spedito”.

Più cauto, ma non per questo meno soddisfatto, il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Prendo atto che ha prevalso il buonsenso e lo considero un fatto positivo per le istituzioni prima ancora che per la Regione”. La macchina, dunque, è in moto davvero, e fermarla ormai è impossibile.

(Lapresse/di Dario Borriello)

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