Basket Nba, Kanter contro Erdogan: “Non ha rispetto per diritti umani”

Il giocatore turco di Nba Enes Kanter ha condannato fermamente il presidente del suo paese Recep Tayyip Erdogan e l'operazione lanciata contro le forze curde nel nord della Siria.

(Xinhua/Ahmad Massoud) (dzl)

WASHINGTON – Il giocatore turco di Nba Enes Kanter ha condannato fermamente il presidente del suo paese Recep Tayyip Erdogan e l’operazione lanciata contro le forze curde nel nord della Siria. “Erdogan non ha rispetto per i diritti umani”, ha dichiarato il centro dei Boston Celtics in un’intervista alla Cnn. “Non c’è democrazia, libertà di religione o espressione in Turchia. Erdogan “è decisamente un uomo molto cattivo”, ha aggiunto. “L’ho chiamato Hitler del nostro secolo per un motivo”. Kanter, che ha firmato con i Celtics dopo aver giocato con New York Knicks e Portland Trail Blazer la scorsa stagione, ha affermato che quanto sta accadendo ai curdi nel nord della Siria è una “tragedia umana”.

La denuncia

“Ho molti amici curdi e sono persone fantastiche”, ha detto. “Quello che sta succedendo è una tragedia umana perché molti uomini, donne, bambini e neonati innocenti stanno morendo. E penso che la Turchia dovrebbe fermare l’invasione in Siria”. Kanter ha aggiunto che continuerà a parlare nonostante le minacce che incombono su di lui e sulla sua famiglia in Turchia. “Sto cercando di creare consapevolezza di ciò che sta accadendo. Sto cercando di essere la voce di tutte quelle persone innocenti che non ne hanno una. È molto triste perché alla fine è il mio paese. Adoro il mio paese”. In Turchia, paese dove il basket è molto seguito, Kanter è considerato dal governo di Erdogan un criminale a causa del suo sostegno al religioso americano Fethullah Gulen, accusato da Ankara di aver orchestrato un colpo di stato nel 2016. Il supporto a Gulen ha spinto le autorità turche a chiedere una ‘red notice’ dell’Interpol o un mandato di arresto nei confronti del cestista. La televisione turca ha rifiutato di trasmettere le partite di Nba di Kanter.

LaPresse

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