Belgio, aggressione omofoba a fumettista italiano da parte dei vicini

È quanto denunciato da Mauro Padovani, un fumettista italiano da tempo residente a Gand: "È stato brutale"

GAND – Colpiti selvaggiamente perché gay. È quanto denunciato da Mauro Padovani, un fumettista italiano da tempo residente in Belgio, a Gand. L’uomo ha pubblicato sui social foto che ritraggono i segni delle percosse ricevute. Ad accompagnare le immagini poche parole: “È stato brutale”. Sul caso sta indagando la polizia, che ha già fermato due sospettati.

La dinamica dell’aggressione

Padovani e il marito, Tom Freeman, sono stati attaccati dai loro vicini di casa, una coppia che abita nell’appartamento sopra il loro, con una spranga di ferro. Secondo la ricostruzione fornita dai media locali, ad aggredire per prima sarebbe stata la vicina, alla quale si è unito poi il marito. Sputi e insulti che hanno provocato una discussione tra i quattro, degenerata poi nelle botte.

Immediato il ricovero in ospedale

Le ferite riportate hanno reso necessario l’intervento dei medici e una corsa all’ospedale: i colpi non hanno risparmiato la testa, mentre per il marito di Padovani i medici hanno riscontrato due vertebre schiacciate.

I vicini si giustificano, ma spunta un precedente

Per la coppia di vicini non si tratterebbe del primo episodio di violenza. La donna ha un passato non troppo limpido e aveva già in precedenza aveva colpito in faccia Thomas. Motivo per cui Padovani aveva già presentato diversi reclami, senza mai ricevere attenzione. “Motivo per cui la coppia si è sentita abbandonata dalla polizia”, scrive il quotidiano Hln.

La vittima: “Non ci sentiamo protetti”

Nelle interviste rilasciate il fumettista ha spiegato di non sentirsi più al sicuro in Belgio, nello stesso paese in cui i due si sono sposati e che quindi per loro rappresentava l’emblema dell’Amore. “Com’è possibile che succeda una cosa del genere in una bella città come Gand? Amo questa città, ma ora non mi sento più al sicuro – ha detto Padovani -. Il Belgio è un paese gay friendly. Qui abbiamo avuto la possibilità di sposarci ed è una cosa stupenda”. “Ma – conclude Padovani – la polizia dovrebbe proteggerci. Quando vengono picchiati anche gli omosessuali perdono sangue, proprio come tutti gli altri”.

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