Berlusconi: ‘Noi partito trainante’ ma alle Comunali Fi scompare

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Silvio Berlusconi

NAPOLI – Silvio Berlusconi, mattatore ieri alla convention di Forza Italia, dal palco della Mostra d’Oltremare avvisa gli alleati di Lega e Fdi: “Le Politiche che il centro-destra deve vincere, può vincerle solo se Forza Italia sarà il partito trainante, solo se sarà come sempre in passato il perno della nostra coalizione”. Peccato che il partito sia alla canna del gas, lontano dalle percentuali di un tempo, ultimo per consensi nella coalizione destrorsa. Peccato anche che, in trent’anni, il Cavaliere non sia riuscito a trovare un erede. Gli azzurri vivono nel passato, pescano perfino tra le ‘star’ degli anni ’90 come Ron Moss – il Ridge di Beautiful – che ha partecipato alla manifestazione forzista non certo portando una ventata di novità a un evento che ha le stesse facce di sempre. In realtà qualcuna in meno, considerato che esponenti campani storici come Cosimo Sibilia hanno lasciato il partito e che altri come l’ex capogruppo in consiglio regionale Armando Cesaro hanno deciso di non esserci. Mai parole furono più azzeccate di quelle utilizzate, ieri, dalla capogruppo al Senato Anna Maria Bernini. “Siamo molto orgogliosi di quello che stiamo facendo adesso in Senato e alla Camera – ha detto – Stare in questo governo per i nostri ministri non è facile, ci siamo per senso di responsabilità e questa è la creanza di Silvio Berlusconi, la sua capacità di stare al mondo, la sua ‘cazzimma’ come dite a Napoli. Dopo una stagione di follia in cui si pensava che l’ignoranza fosse un valore aggiunto, si pensava che essere onesti e trasparenti bastasse… se sei onesto e trasparente ma non capisci ti controllano da fuori, ti usano come una marionetta. Noi invece abbiamo dirigenti carichi e competenti”. Competenti e carichi al punto di non essere riusciti a presentare liste con il simbolo di partito in quasi nessun Comune che andrà al voto tra poche settimane.

Non basta la ‘cazzimma’ di Berlusconi a rimettere in piedi un partito in cui i personalismi prevalgono sull’interesse della squadra e più che vincere le elezioni contano le rendite di posizione. I parlamentari uscenti vogliono essere riconfermati, nel caso campano Domenico De Siano, Carlo Sarro, Antonio Pentangelo e i carfagnani Gigi Casciello e Paolo Russo. Ma gli spazi sono pochi, a causa della riduzione del numero di parlamentari, e la concorrenza è tanta, perché oltre agli uscenti c’è chi vuole uno scranno romano per sé, come l’eurodeputato Fulvio Martusciello e il capo dell’opposizione in consiglio regionale Stefano Caldoro. Certo per qualcuno ci sarà il ‘contentino’ della guida del partito, se davvero, come annunciato da Berlusconi, entro novembre si convocheranno i congressi provinciali. “Rieleggeremo i coordinatori provinciali – ha annunciato il cavaliere – attraverso i congressi che si svolgeranno in tutte le province d’Italia”. Un annuncio troppe volte rimasto lettera morta in passato. Sull’onda dell’entusiasmo del ritorno in scena del Cavaliere, gli azzurri, anche coloro che si stavano guardando intorno, pare adesso vogliano restare. “Berlusconi – ha detto il parlamentare Russo che fino a qualche giorno fa era dato dai suoi compagni di partito in avvicinamento a Fdi – ha rafforzato la presenza del partito e mediato rispetto alle posizioni sulle diverse vedute che non devono indebolire la proposta politica. Io non vado da nessuna parte, sono in Forza Italia  dal ’95, ho visto personaggi e personaggetti abbandonare la scialuppa, ma io resto e lavoro e non per cambiare partito”. 

Rispetto all’isolamento di Cesaro, il deputato ha aggiunto che “non è mai stato cacciato nessuno da Fi, l’obiettivo di un partito non è mettere alla porta chi ha lavorato alacremente per anni, serve fare sintesi e questo è il sentimento che prevarrà con Armando e con gli altri”. 

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