Mondiali, l’Isis torna a far paura. In un video il bombardamento sul Fisht Olympic di Sochi

Il filmato è stato diffuso dal Daily Star, nel mirino anche il presidente Putin. Stasera nella città russa si gioca Portogallo-Spagna

Sochi, l'Isis: bombe sullo stadio
Adrian Dennis/Foto LaPresse - Fisht Olympic

MOSCA – “Un massacro come mai prima d’ora”. E’ questa la promessa che l’Isis ha fatto al pianeta in un video diffuso dal tabloid inglese Daily Star. Il riferimento è al Mondiale in Russia iniziato ieri con la gara inaugurale tra i padroni di casa e l’Arabia Saudita. E proprio nel giorno del via alle danze, il terrorismo islamico torna a far sentire la propria voce d’odio e di terrore che da anni tiene il mondo stretto in una morsa di paura.

Bombe sul ‘Fisht Olympic’ di Sochi

Nel filmato in questione viene raffigurato un jihadista che sorveglia il ‘Fisht Olympic’ di Sochi. Subito dopo un drone sgancia alcune bombe sull’impianto che questa sera ospiterà Portogallo-Spagna (clicca qui per leggere) – sono 4, in totale, le gare previste a Sochi. Sono settimane che le forze dell’ordine controllano e bonificano ogni area delle città che ospitano il Mondiale, ponendo particolare attenzione sulle zone più ‘calde’. “Prese misure di sicurezza senza precedenti”, hanno affermato dalla Russia. Eppure, l’Isis continua la sua campagna di minaccia sulla più importante manifestazione calcistica del pianeta.

Putin nel mirino dei jihadisti

I terroristi hanno dato ‘spazio’ anche al presidente Vladimir Putin. Quest’ultimo, secondo i jihadisti, sarebbe pienamente coinvolto nella guerra in Siria appoggiando il regime di Bashar Al-Assad. Nel filmato diffuso in queste ore, Putin appare nel mirino di un fucile con una descrizione in cui viene definito ‘miscredente’. Sullo sfondo, uno stadio pieno in ogni ordine di posto e un’esplosione improvvisa.

Messi il più ‘usato’ dall’Isis

Negli ultimi mesi, i terroristi islamici hanno mandato vari messaggi per annunciare azioni durante il Mondiale. Quasi sempre ‘protagonista’ il fuoriclasse dell’Argentina Lionel Messi. In una foto veniva ritratto mentre versava lacrime di sangue dietro le sbarre di una prigione. In un’altra, ben più cruda, era inginocchiato al centro di uno stadio con un jihadista pronto a decapitarlo.

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