Brucellosi, tutti contro Caputo. I giudici fermano la mattanza

Il Consiglio di Stato dà ragione agli allevatori: “Ripetere i test”. Bocciato il nuovo piano

Nicola Caputo, assessore regionale all'Agricoltura

NAPOLI (Francesco Foco) – Mentre il Consiglio di Stato ieri mattina ordinava nuovi esami prima di abbattere il bestiame per eradicare brucellosi e tubercolosi dagli allevamenti bufalini nel Casertano, in Campania si consumava l’ennesimo strappo. Istituzionale e politico.

Il Consiglio di Stato dà ragione alle aziende

I giudici, con due ordinanze depositate ieri, ha accolto le osservazioni di aziende zootecniche campane e fermato temporaneamente l’abbattimento di bufale in attesa di verifiche che fughino dubbi su un effettivo contagio da Brucellosi. I giudici dunque pongono un primo tassello a favore di due aziende campane in una vicenda portata all’attenzione dalle inchieste di Cronache e al centro di polemiche e proteste anche plateali degli allevatori per lo ‘stamping out’, cioè l’abbattimento totale di tutti i capi, ordinato dalla Regione Campania con una delibera del 28 maggio 2019, la numero 207 denominata ‘Piano straordinario per il controllo delle malattie infettive della bufala mediterranea italiana’.

Il Piano di Caputo non convince nessuno

Ieri mattina l’assessore alle Politiche agricole Nicola Caputo ha presentato il nuovo piano regionale ‘Programma obbligatorio di eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina in regione Campania’. “La brucellosi e la tubercolosi si abbattono con delle tecniche previste dagli specialisti, dal mondo sanitario. È vero che sono stati abbattuti degli allevamenti, dobbiamo accelerare la fase per consentire agli allevatori di riavviare la propria attività e su questo punto stiamo lavorando. Ma sul rigore dell’applicazione delle norme non c’è possibilità di sconti perché parliamo di una zoonosi, malattia trasmettibile all’uomo e che può portare anche alla morte”, spiega Caputo. I punti chiave del nuovo piano prevedono l’introduzione dell’obbligo vaccinale nell’area ‘cluster’ dei quattro Comuni a maggiore concentrazione di focolai per i capi tra i sei ed i nove mesi di età. L’introduzione facoltativa del vaccino nei Comuni dell’area “buffer”. Incremento della frequenza dei controlli negli allevamenti che presentano focolai di infezione; riduzione dei tempi di diagnostica; stalle contumaciali e attività di autocontrollo. Caputo, poi, ha puntato il dito contro quella che secondo lui è la “protesta di una piccola parte di allevatori, c’è disinformazione ed è per questo – evidenzia – che abbiamo fatto questa conferenza stampa, per rappresentare con chiarezza quali sono le indicazioni del piano”. Ma le nuove misure non convincono. Il nuovo piano della Regione non convince gli allevatori. “Dobbiamo purtroppo registrare lo stallo della situazione perché la Regione ha recepito solo in minima parte le nostre proposte e ha elaborato un piano che al momento è peggiorativo rispetto a quello precedente”, spiega Enrico Migliaccio, presidente dell’ente selezionatore Ris Bufala. Secondo lui il piano “non risolverà – conclude – la problematica della brucellosi e aggiunge anche tutta una parte di prerequisiti strutturali da effettuarsi nelle aziende che rende impossibile e inattuabile uniformarsi a queste normative nel breve periodo”.

Centrodestra all’attacco in consiglio regionale

La vicenda è ora politica. Il centrodestra del Consiglio regionale è tornato all’attacco. Chiedendo interventi urgenti in materia di difesa del patrimonio bufalino della provincia di Caserta. Intervenendo in aula il consigliere Gianpiero Zinzi, che ha presentato una mozione, insieme ad Annarita Patriarca, Severino Nappi, Stefano Caldoro, Massimo Grimaldi e Michele Schiano, ha sollecitato la sospensione del piano della Regione, stigmatizzando che un'altissima percentuale di capi bufalini risulta negativo agli esami post-mortem e le carni sono poi destinate al libero consumo. “Parte della stessa maggioranza ha ammesso che il precedente Piano regionale di eradicazione della brucellosi di De Luca è stato un fallimento. Dobbiamo aprire una discussione – ha detto ancora Zinzi – una discussione che è un atto di responsabilità”. Per il consigliere Massimo Grimaldi “se l’emergenza non trova soluzione anche immagine di un prodotto particolare, come la mozzarella, ne potrà risentire”.

Piscitelli divide FdI e chiede un commissario

Il Consigliere Regionale Alfonso Piscitelli ha delineato quella che è la strada che Fratelli d’Italia vuole intraprendere in merito alla questione degli allevamenti bufalini nella provincia di Caserta diversa dalla mano tesa di Lega e Forza Italia. “Come Fratelli d’Italia chiediamo l’istituzione di una Commissione d’inchiesta per far luce, in tempi brevi, sulle procedure, sui metodi utilizzati in piena trasparenza rispetto a quello che la trasmissione Report ci ha mostrato”. E poi: “La nomina di un Commissario ad acta per Caserta che stabilisca regole e procedure in tempi brevi. Non tenderemo la mano a Caputo e Vincenzo De Luca”.
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