Calcio, ecco il nuovo Centro VAR Serie A. Rocchi: “Folle pensare arbitri contrari alla tecnologia”

Un collegamento diretto con i 17 stadi della Serie A, 8 postazioni fisse (4 per la Serie B ancora non operative), con 1 sala di supervisione, 250 km di cavi di cui 65 di fibra ottica.

Foto LaPresse/Gianluca Rocchi

LISSONE – Un collegamento diretto con i 17 stadi della Serie A, 8 postazioni fisse (4 per la Serie B ancora non operative), con 1 sala di supervisione, 250 km di cavi di cui 65 di fibra ottica. La Lega Serie A ha presentato oggi il nuovissimo Centro VAR presso l’International Broadcast Centre (IBC) di Lissone, alle porte di Milano. Un edificio su due piani per complessivi 2.400 mq, realizzato a tempo di record in soli 4 mesi grazie anche alla collaborazione del Comune brianzolo. Dall’inizio del campionato in questo centro lavorano stabilmente 30 persone, con picchi di 80 durante le partite. E’ qui che gli arbitri designati al VAR arrivano in occasione delle partite per lavorare in sale isolate, una sorta di confort zone dove prendere le decisioni in assoluta serenità. Alla presentazione erano presenti il presidente della FIGC Gabriele Gravina, della Lega Serie A Paolo Dal Pino, dell’AIA Alfredo Trentalange, il designatore Gianluca Rocchi, l’ad della Lega A Luigi De Siervo e il sindaco di Lissone Concettina Monguzzi. Un centro tutto made in Italy, unico nel suo genere.

“Con questa Var Room centralizzata entriamo in una nuova era”, ha detto Gravina nel corso del suo intervento. “E’ un grandissimo piacere, un sogno che si realizza”, ha aggiunto il numero 1 di via Allegri. “E’ una struttura che rappresenta una eccellenza del calcio ma direi dello sport italiano”. “La Figc è stata la prima nel mondo a lanciare l’uso della tecnologia senza perdere il fascino del calcio”, ha ricordato Gravina. “In questo modo gli arbitri possono fare il loro lavoro senza paure e abbandonando i pregiudizi a volte pretestuosi”, ha proseguito. La sala Var “è un luogo molto innovativo che spero cambi nei prossimi mesi e nei prossimi anni la percezione della Lega, dei campionati e della serietà con cui viene affrontato il tema arbitrale”, ha dichiarato successivamente Dal Pino. “E’ una visione di lungo periodo che ci mette davanti alle altre leghe in Europa – ha aggiunto – nessuno ha una Var Room come la nostra”. “L’idea è quella di internalizzare una serie di competenze. La Lega è già autonoma, siamo pronti a realizzare i nostri contenuti nel modo migliore per tutti i canali distributivi”, ha dichiarato invece l’ad De Siervo con riferimento anche al centro di produzione con il quale la Lega si prefigge un domani di arrivare al tanto agognato canale in proprio.

Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dell’Aia Trentalange e dal designatore della Serie A Rocchi. La Var Room centralizzata “è una opportunità unica e incredibile. In questo modo l’arbitro può essere messo in condizione di sbagliare meno”, ha dichiarato Trentalange. “Questo è il futuro, non si può tornare indietro. Il 18 novembre ci sarà qui un raduno con tutti gli arbitri per far vedere loro il centro”, ha aggiunto Rocchi. Con i vertici arbitrali è stata anche l’occasione per fare il punto sul rendimento degli arbitri in queste prime giornate di campionato. “Si può far meglio, sono soddisfatto dell’impegno”, ha detto Trentalange che è poi tornato su uno dei suoi obiettivi quello di far parlare gli arbitri dopo le partite. “È un mio sogno. Penso che ci si arriverà per gradi”, ha detto. Dal canto suo Rocchi ha allontanato l’idea di una classe arbitrale refrattaria ad usare il Var. “Sarebbe folle solo pensare che un arbitro si rifiuti di andare al Var, se lo scoprissi quell’arbitro non arbitrerebbe più”, ha dichiarato il designatore arbitrale. Infine sulle polemiche per alcuni casi dell’ultimo weekend, ha replicato: “Essendoci stati episodi in cui la soggettività era la parte principale, bisogna accettare il fatto che l’arbitro la valuti diversamente rispetto alla maggioranza delle persone”. Problema non da poco.

di Antonio Martelli

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