Calcio, Junior Messias: “Il Milan era la mia squadra del cuore, i sogni si avverano”

"Quando ho visto la scritta Milan mi sono emozionato. E' la la squadra del cuore e per cui ho sempre tifato, sono emozionato di essere qua".

Foto Francesco Mazzitello/LaPresse

MILANO – “Quando ho visto la scritta Milan mi sono emozionato. E’ la la squadra del cuore e per cui ho sempre tifato, sono emozionato di essere qua”. Queste le prime parole di Junior Messias da giocatore del Milan. “Se sono arrivato è perché ho lavorato tanto, ho sofferto, ho fatto dei sacrifici. Quando arrivi, devi lavorare e dimostrare per te stesso, per gli altri, per la squadra, per il gruppo, tutti insieme”, ha spiegato l’attaccante ai microfoni di MilanTv. “Al Milan sono passati tanti giocatori veramente forti che sono dei miei idoli, non solo brasiliani ma anche italiani”, ha proseguito il brasiliano, in arrivo dal Crotone. “La squadra è fatta bene, gioca bene ed è allenata bene. Credo che riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi, faremo di tutto”.  Da Messias parole di elogio per Maldini: “E’ stato un giocatore eccezionale e ora sta facendo un gran lavoro come direttore. E’ una persona esemplare. Ibrahimovic? un giocatore straordinario. Giocando con lui e Giroud diventa più facile. Ti fanno capire, con i movimenti, che quando serve loro la mettono dentro”. “Io credo di essere umile e lavoro molto per il gruppo e questa è una mia forza”, ha sottolineato Messias. “Ci vuole sacrificio e lavoro. Io non ho mai pensato di arrivare così in alto, però, anno per anno e stagione per stagione, lavoravo per la categoria in cui giocavo: Eccellenza, Serie B. Un gradino dopo l’altro I sogni si avverano, basta crederci”. Riguardo il suo passato, ha raccontato: “Ho imparato a giocare per strada con gli amici, ma a volte anche da solo. Dove c’era un spazio per calciare un pallone, lo facevo anche da solo. Era una cosa bellissima ed era quella che mi piaceva di più. Ci si diverte e basta. I miei genitori mi hanno sempre spinto, poi la mia famiglia, mia moglie, i miei figli, dopo che li ho avuti sono cambiato veramente”.

“Sono arrivato in Italia – ha aggiunto – ed era tutto diverso, non ero mai uscito dal mio paesino. Era tutto un altro mondo. Mi sono ambientato subito e ho iniziato a lavorare. Poi c’è mio fratello che avevo portato con me ed è tornato in Brasile dopo 30-40 giorni. Io sono rimasto qua”. “Ad un certo punto non ci credevo più, a 25 anni giocavo con gli amatori giusto per divertirmi, quindi non pensavo che potessi arrivare a questo livello”, ha dichiarato Messias. “Nei campionati dilettanti si gioca per 10 mesi, poi negli altri due mesi anziché fare vacanza andavo a lavorare e facevo le consegne. Questa cosa mi ha fatto vedere i valori della vita e mi ha spinto veramente tanto”.

LaPresse

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