Calcio, la Roma affonda il Venezia 3-2. Mourinho: “Rigore? Non dico nulla”

La Roma affonda 3-2 al Penzo contro un ottimo Venezia che certifica lo stato di crisi a Trigoria. I giallorossi vanno subito sotto con la zampata di Caldara ma, dopo un inizio complicato, ribaltano la partita con i sigilli di Shomurodov e Abraham, lanciati insieme dal 1' in un inedito 3-4-1-2.

Foto Paola Garbuio/LaPresse

TORINO– La Roma affonda 3-2 al Penzo contro un ottimo Venezia che certifica lo stato di crisi a Trigoria. I giallorossi vanno subito sotto con la zampata di Caldara ma, dopo un inizio complicato, ribaltano la partita con i sigilli di Shomurodov e Abraham, lanciati insieme dal 1′ in un inedito 3-4-1-2. Nella ripresa però la squadra di Mourinho spreca tanto e paga gli errori difensivi, che portano al pareggio su rigore di Aramu (penalty contestato per un tocco di Cristante su Caldara) e al sigillo in campo aperto di Okereke a un quarto d’ora dal gong. I veneti confezionano l’impresa che vale tre punti pesantissimi nella corsa verso la salvezza, i capitolini incassano la quinta sconfitta in campionato, la quarta nelle ultime sei uscite. Rispetto all’anno scorso sono cinque i punti in meno. E la zona Champions si allontana.

Lo Special One per risolvere il problema del gol rinuncia a Zaniolo e Mkhitaryan e affianca Shomurodov accanto a Abraham, con Pellegrini alle loro spalle. Dentro Kumbulla per una difesa a tre, sulla fascia sinistra spazio dal 1′ per El Shaarawy. La gara però è subito in salita perché Caldara dopo tre minuti anticipa Cristante e ritrova un gol che mancava addirittura dal dicembre 2017. La Roma accusa il colpo, il Venezia si esalta ma esaurita la verve iniziale subisce il ritorno dei giallorossi. Dopo un palo di Abraham, un rigore cancellato dal Var e un tentativo da fuori di Shomurodov, gli ospiti nel giro di pochi minuti ribaltano il match. Al 42′ il centravanti uzbeko trova la zampata vincente dopo una torre di Abraham sventata da Romero, in pieno recupero si sblocca anche l’attaccante inglese che va via di forza a Ceccaroni e poi batte il portiere.

Nella ripresa la Roma entra in campo per chiudere i conti e per poco non ci riesce, ma Haps salva sulla linea e poco dopo Kumbulla di testa manca il bersaglio. L’opportunità più ghiotta però capita sui piedi di El Shaarawy, che all’altezza del dischetto spiazza Romero ma colpisce troppo centralmente. Il Venezia si salva e al 20′ la partita gira nuovamente. Tocco sospetto in area di Cristante su Caldara, Aureliano tra le proteste generali concede il rigore che Aramu trasforma. L’inerzia del match cambia ancora e al 30′ Okereke in campo aperto firma il 3-2, dopo un fuorigioco sbagliato dalla retroguardia giallorossa. Nel finale entrambe le squadre sfiorano in più occasioni il gol. Ma il risultato non cambia e alla fine il più rabbuiato di tutti è José Mourinho. “Questa estate la società ha fatto un mercato di reazione più che di rinforzo, la rosa non penso sia migliore dell’anno scorso – ha ammesso – Noi siamo una squadra in fase di costruzione. Il quarto posto è un obiettivo, ma noi non siamo da quarto posto. Un conto è dire di esserlo un conto è dire che vogliamo lottare. Il rigore? Devo proteggere me stesso, rimango con la mia sensazione senza esprimere ciò che sta accadendo. Abbiamo avuto occasioni per fare il 3-1, la partita era sotto controllo, poi è successo quel che è successo. Ma non voglio dire più niente”. La classifica della Roma invece parla chiaro: dalla figuraccia con il Bodo Glimt è arrivato solo un successo, sofferto, con il Cagliari. Un po’ poco per pensare di restare in corsa sul treno dell’Europa che conta.

LaPresse

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