Calcio, Milenkovic: nella Fiorentina sono cresciuto come uomo e giocatore

"Posso solo dire un enorme grazie a tutto quello che mi hanno dato questa città, questa società, questi tifosi"

(AP Photo/Salvatore Laporta)

FIRENZE – “Posso solo dire un enorme grazie a tutto quello che mi hanno dato questa città, questa società, questi tifosi. Qui alla Fiorentina sono diventato un uomo. La Fiorentina mi ha accolto dal primo giorno come se fossi sempre stato qui e mi ha fatto crescere tantissimo. Mi sento molto cresciuto sia a livello mentale che da calciatore”. Parole di Nikola Milenkovic, difensore della Fiorentina, che si è raccontato in una lunga intervista concessa ai canali social del club viola. “Arrivare alla Fiorentina per me è stato un passo grandissimo”, ha spiegato il 23enne nazionale serbo. “Ho fatto solo una stagione e mezza in prima squadra al Partizan e poi sono venuto alla Fiorentina. La differenza tra il campionato serbo e quello italiano è tantissima. All’inizio ho cercato di adattarmi il prima possibile: i primi mesi sono stati i più duri”.

“Io penso solo al campo. Dedico tutto me stesso a ciò che faccio, al calcio. Ho dato tutto per adattarmi il più velocemente possibile, e dare tutto fin dall’inizio”, ha proseguito. “Volevo fare presto per essere pronto a giocare, per essere in lotta per un posto da titolare. Non volevo che gli altri mi guardassero come il ragazzino giovane: ‘è arrivato, tranquilli, c’è tempo, prima o poi esprime le sue qualità’. Io volevo subito mettermi il più velocemente possibile a disposizione per giocare”. “Dopo tre mesi, a dicembre – ha aggiunto – ho fatto il mio debutto con Stefano Pioli, a Cagliari, nella vittoria per 1-0. E’ stata una cosa incredibile per me. E’ stata una sorpresa. Ero sempre in panchina, e quel giorno non sapevo che avrei giocato. Poco prima della partita Pezzella ha avuto qualche problema, ma tutti pensavamo che giocasse. Poi dopo pranzo il mister mi ha detto che credeva in me e che avrei giocato.

E’ stata una sorpresa per me, ma mi allenavo sempre al massimo ed ero pronto nel caso in cui mi capitasse quella situazione. Mi sono fatto trovare pronto”. “Ci sono stati molti momenti belli personalmente alla Fiorentina, anche se poi su quattro stagioni, tre sono state difficili”, ha sottolineato Milenkovic. “Sicuramente il mio debutto è stato uno dei momenti più belli. Poi la vittoria per 3-0 contro la Juventus all’Allianz Stadium, è stata molto emozionante per tutti noi. Il momento più brutto è sicuramente la morte di Davide (Astori, ndr). Abbiamo sofferto tutti tantissimo”. “Sono state stagioni difficili, tranne la mia prima a Firenze”, ha dichiarato il giocatore viola. “Abbiamo fatto un percorso non previsto e più faticoso di quanto ci immaginavano. Quest’anno ci ritroviamo coinvolti nelle zone basse della classifica… Ogni calciatore vorrebbe lottare per l’Europa. Tanti momenti sono stati difficili, ma mi ricordo i momenti belli e porto con me i momenti positivi. Non voglio pensare alla negatività”.

“Ogni mio gol è un’emozione incredibile, ogni stadio pieno è un’emozione per me. Quando vedo i tifosi appassionati come i tifosi Viola mi dà tanta emozione. Il calcio si gioca per i tifosi. Ogni volta che lo stadio è pieno è emozionante per ogni giocatore. Ogni mio intervento, ogni gol è una grande emozione”, ha raccontato. Sul suo rapporto con la città, Milenkovic ha spiegato: “Mi piace molto Firenze perché c’è tanta storia. Sono stato due volte agli Uffizi con la visita guidata per farmi spiegare le opere d’arte. Sono stato a Palazzo Pitti e al Giardino di Boboli, e tanti altri bellissimi posti, sempre con la spiegazione di una guida.

Mi piace conoscere il posto dove vivo, e volevo approfondire questa cosa. Mi piace stare qui, e per questo voglio rispettare questa cultura e saperne di più sull’Italia e su Firenze”. “Io allenatore un giorno? E’ difficile dire cosa farò. Non posso cambiare il passato, né conoscere il futuro: è importante vivere nel presente. Ora faccio quello che amo di più, il lavoro più bello del mondo, gioco a calcio. Voglio godermelo e divertirmi”. “Sicuramente da calciatore ti passa nella testa di pensare di poter allenare in futuro. Ogni giorno sei in campo, spesso guardi video dal tuo allenatore, e pensi anche a come faresti tu. Ma non so cosa capiterà, non so quando smetterò. Quando arriverà il momento ci penserò”, ha concluso il serbo.

(LaPresse)

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