Caro-energia a Caserta, scuole senza un piano

CASERTA – Clima di incertezza nelle scuole casertane sulle misure per il risparmio energetico a pochi giorni dalla ripresa delle attività. Le proposte girano, ma finora né il Comune né la Provincia si sono fatti sentire per concordare interventi. In particolare è sul tavolo l’idea della settimana corta: più ore di lezione quotidiane per chiudere il sabato. C’è poi l’ipotesi di tenere acceso il riscaldamento per meno tempo. E va evitato sicuramente il brutto spettacolo delle aule vuote e con la luce accesa.

Ma al momento, nota Antonella Serpico, preside dell’istituto “Giordani” ed esponente dell’associazione di categoria dei dirigenti scolastici Andis, un tavolo su questi problemi non c’è: “Non abbiamo incontri in programma, non ci hanno chiamato e anche la riunione sulla questione edifici prevista in Regione per stamattina (ieri per chi legge, ndr) con l’assessore all’Istruzione Lucia Fortini è stata rinviata a data da destinarsi, non si sa per quale motivo.

Se ci sarà da attivarsi lo faremo, ma Comune e Provincia devono investire in maniera più decisa sulla scuola: ci sono edifici che hanno ancora bisogno di suppellettili e altri inadeguati perché di antica costruzione. Ci sono a disposizione molti fondi, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa, per ristrutturare aule e laboratori, ma nulla di specifico: aspettiamo norme per l’installazione di impianti fotovoltaici, previsti già qualche anno fa dalla Provincia ma non presenti in tutte le scuole”.
L’ipotesi di ridurre le ore di riscaldamento “è sicuramente concreta, ma si potrebbe pensare anche di far partire l’accensione con qualche giorno di ritardo rispetto al 21 novembre: se il tempo sarà buono è una possibilità. E naturalmente si spera nel buonsenso di chi lavora nella scuola, perché spesso si notano sprechi di energia, come nel caso delle luci accese in ambienti vuoti”.

Quanto alla settimana corta, “potrebbe essere fattibile in diverse scuole, ma non negli istituti tecnici, dove sono previste molte attività di laboratorio e quindi diminuire i giorni significherebbe tenere i ragazzi a scuola per troppe ore”. Non riscuote alcun credito l’idea di tenere le lezioni con la Didattica a distanza (Dad) il sabato: “Si sprecherebbe energia da casa per i collegamenti e quindi credo proprio che non se ne farà nulla, sarebbe assolutamente inutile”.
Per la Serpico “ogni scuola deve relazionarsi con il territorio e cercare la risposta più giusta: per noi dell’Andis è questa la chiave di lettura”.

Peraltro, quest’anno c’è una nuova incombenza per i presidi, come se non fossero bastate quelle introdotte per l’emergenza Covid: “Ci viene richiesta la misurazione del microclima all’interno degli stabili”.
“La settimana corta – avverte Roberto Papa, dirigente dell’istituto Mattei – non è adottabile per istituti come il nostro, dove sono previste 34-36 ore settimanali: impossibile far restare i ragazzi a scuola per 7-8 ore. Inoltre, noi teniamo anche corsi serali per adulti e questo è un ulteriore elemento a sfavore dei 5 giorni di lezione a settimana”.
Quanto ai tagli al riscaldamento, “non abbiamo notizie, ma del resto è ancora presto per parlarne: il 21 novembre non è così vicino”.

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