Casalesi, imprese per appalti-sisma e rifiuti

CASAL DI PRINCIPE – Relazione della Direzione investigativa antimafia, resta alto il rischio di infiltrazioni delle ditte dei Casalesi nei lavori di affidamento ed esecuzione degli appalti per le opere di ricostruzione pubbliche e private dopo il terremoto del 2009 in Abruzzo e del 2016-2017 ad Amatrice. Gli Iovine un tempo facenti capo ad Antonio Iovine (poi collaboratore di giustizia) spariti dallo scacchiere del clan, gli Zagaria si sono staccati dai Casalesi e si sono stretti intorno all’originario nucleo familiare. Il dossier Dia relativo al secondo semestre 2022 fotografa la situazione della camorra in Terra di Lavoro. Un assetto che vede ormai le fazioni Bidognetti e Schiavone insieme per gestire affari illeciti in diversi comuni dell’agro aversano e del litorale, tra cui Casal di Principe, Castelvolturno, Parete, Lusciano e Villa Literno ma anche gran parte dei comuni dell’intero agro aversano. Non solo estorsioni, le cosche ormai gestiscono anche gli affari relativi allo smercio di droga.

L’operatività dei Casalesi in Veneto e in Emilia Romagna

Con la stretta della magistratura sulle loro illecite attività in provincia di Caserta negli anni l’operatività dei Casalesi si è spostata anche in Veneto, Emilia Romagna e all’estero. Proprio in Veneto, a Vicenza, qualche giorno fa è stato arrestato un fiancheggiatore dei Casalesi. Tra i segmenti di particolare attenzione della cosca ci sono le attività edili e quella legata alla gestione dei rifiuti. Oltre alla ricostruzione nei territori del terremoto infatti nella relazione della Dia si fa chiaro riferimento al settore dei rifiuti. “Dall’attività investigativa è emerso che le società sottoposte a sequestro avrebbero acquisito il monopolio dello smaltimento dei rifiuti in Campania in virtù degli stretti legami intrattenuti con la criminalità organizzata e, in particolare, con la fazione Zagaria del clan dei Casalesi. Le società avevano acquisito un’immagine di apparente legalità ottenendo poi una crescita esponenziale di fatturati e di mezzi d’opera che avevano consentito loro di partecipare a grandi appalti pubblici e di porsi come stabili intermediari tra l’organizzazione camorristica e la pubblica amministrazione” si legge in un passaggio della relazione. La fazione Zagaria, dopo l’arersto del capo Michele Zagaria avvenuto quasi 12 anni fa, vede alcuni suoi familiari gestire gli affari illeciti. Il 14 luglio del 2022 fu eseguito un sequestro che riguardò Giuseppe Fontana, imprenditore legato da vincoli di parentela con Francesco Zagaria (deceduto), soprannominato “Ciccio ‘a benzina”, cognato del boss Michele Zagaria (ha sposato la sorella Elvira).
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