Caso Siri, Bongiorno: “Resti al suo posto. E’ indagato, non condannato”

La ministra respinge l'idea di essere stata paladina della lotta alla corruzione con Berlusconi e di aver abdicato a questo ruolo

Fabrizio Corradetti / LaPresse

MILANO – Il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri “è stato trattato dai media come un condannato definitivo, mentre è un indagato per fatti di corruzione che ha subito chiesto di essere ascoltato, ma ancora non ha reso interrogatorio. Da oggi secondo me dovrebbe calare il silenzio, in attesa dei chiarimenti che fornirà”. Lo dice il ministro della Funzione pubblica Giulia Bongiorno in una intervista a Repubblica.

La ministra Bongiorno spezza una lancia a favore del sottosegretario Siri

Bongiorno respinge l’idea di essere stata paladina della lotta alla corruzione con Berlusconi e di aver abdicato a questo ruolo. “La corruzione – spiega – è un reato grave, e quando Berlusconi avrebbe voluto eliminare le intercettazioni per questo reato sono stata io a oppormi con fermezza e a battermi perchè non si spuntassero le armi alla lotta contro la corruzione: è un dato di fatto. Ma prima di definire una persona ‘corrotta’ bisogna verificare se corruzione c’è stata”.

La candidatura a sindaco di Roma?

Alla domanda se Matteo Salvini la vuole sindaco di Roma, Bongiorno risponde: “Sul piano giudiziario, ribadisco: chi è indagato deve restare al suo posto. La critica a Raggi è solo politica. Io amo Roma e soffro a vederla scivolare sempre più nel degrado, ma non significa che fare il sindaco rientri fra i miei progetti. L’ho anzi escluso più volte”.

(LaPresse)

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