Caso Stellantis, uniti per salvare 12mila lavoratori

NAPOLI – Una bomba sociale. Le scelte aziendali di Stellantis potrebbero creare un vuoto, in Campania, di circa 6.200 posti di lavoro. E se si considerano le 450 aziende dell’indotto, la cifra lievita a 12mila. Uno scenario tragico che se non scongiurato avrà inevitabili ripercussioni sull’economia del territorio. Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis ha attaccato il governo nazionale italiano sostenendo che non dà alla sua azienda i sussidi che servono. Intervento che ha mostrato crepe che finora mai erano apparse nel granitico rapporto tra Stato e le aziende della famiglia Agnelli-Elkann. Sintetizzando il Tavares pensiero, o lo Stato dà alla società che guida soldi o punterà a licenziamenti e delocalizzazione. Ed è per tale motivo che la Regione si è attivata per scongiurare i tagli che potrebbero riguardare gli stabilimenti di Pomigliano e Pratola Serra.
Ieri, nella sala giunta del palazzo Santa Lucia c’è stata una riunione, presieduta da Vincenzo De Luca, a cui hanno partecipato anche i sindacati, proprio sulla vertenza Stellantis: “Sono in gioco – ha dichiarato il governatore – 4.600 posti di lavoro a Pomigliano, 1.600 a Pratola Serra. Abbiamo prodotti che vanno sul mercato (la Panda, la Tonale, i motori che produciamo a Pratola Serra), ma se non imbocchiamo la strada della modernizzazione e dell’innovazione rischiamo di ritrovarci, tra due anni, fuori mercato. Cominciamo la battaglia per pretendere dal Governo di sapere qual è il piano industriale per quanto riguarda l’automotive”
Nella sala dove c’è stato l’incontro, sono stati esposti anche cartelli con la scritta ‘Pomigliano non si tocca’ (nella foto). “Abbiamo un indotto che riguarda oltre 450 aziende campane, per un totale di 12mila posti di lavoro – ha ricordato De Luca -. Dobbiamo prepararci oggi per le innovazioni di domani per evitare di andare fuori mercato”.
La Regione vuole avere un ruolo attivo nella risoluzione della problematica. E già giovedì prossimo, De Luca ha fatto sapere che ha programmato un incontro già programmato con il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso sulla vertenza Prysmian. “Abbiamo a Pozzuoli la seconda industria mondiale per la produzione di cavi sottomarini. Però – ha proseguito il governatore – c’è una delle industrie del gruppo, la fabbrica di Battipaglia, che è fortemente in discussione. Vedremo di salvare innanzitutto questi 300 posti di lavoro, ma ne approfitteremo – ha garantito De Luca – per dire a Urso che Pomigliano e la realtà della Campania deve entrare a pieno titolo nel tavolo di trattativa che è insediato presso il ministero tra Governo e Stellantis. Per chiedere anche a Urso di muoversi per lo sblocco dei fondi di coesione perché c’è un rapporto diretto tra ricerca scientifica e disponibilità di fondi di coesione che sono bloccati”.
De Luca ha tenuto a ribadire con fermezza e toni duri un concetto che ritiene imprescindibile: “Chi tocca Pomigliano e l’industria campana si fa male e dovrà scontare una mobilitazione di massa dura e determinata. Non può’ immaginare di farsi una passeggiata dopo aver tagliato centinaia di posti di lavoro”. La guida della Regione, quindi, proclama una stagione di lotta politica.
La posizione di De Luca ha convinto i sindacati. Per Giovanni Sgambati della Uil Campania, la riunione in Regione ha rappresentato un buon punto di inizia per contrastare i tagli: “Siamo la migliore realtà e il rafforzamento del mercato di Stellantis in Europa è anche grazie soprattutto alle produzioni di Pomigliano. Però sappiamo, e lo abbiamo ricordato al ministro Urso, che non bastano incentivi, va ricostruito un dialogo positivo co Stellantis”. Per Giuseppe Esposito, segretario generale Cisl Campania, “importante il sostegno della Regione Campania su questa crisi, ma si deve trasformare in qualcosa di reale, di concreto. Servono opportunità per le industrie che vengono a investire o che già ci sono, dobbiamo abbassare il costo dell’energia, fare sì che su tutti i lavoratori, ora in particolare i lavoratori dell’automotive, ci sia una sorta di decontribuzione perché non ci possiamo più permettere che ogni azienda che viene in Campania si prende gli incentivi, apre qualche azienda ma poi ci lascia disoccupati”.
E’ intervenuto anche Nicola Ricci della Cgil: “A Pomigliano dopo 12 anni di cassa integrazione ora Tavares non può decidere tagli dei lavoratori. Noi oggi dopo l’incontro con il governatore De Luca ribadiamo che con la Regione va fatto un piano industriale adesso e non nel 2026”.
Se i rappresentanti sindacali sono usciti speranzosi dalla riunione a palazzo Santa Lucia, molti lavoratori di Pomigliano temono il peggio: “Tutti parlano, ma noi – hanno fatto sapere dopo l’incontro in Regione – ci sentiamo come calciatori costretti a subire falli mentre gli arbitri guardano altrove. Basta giochetti e polemiche, vogliamo solo continuare a lavorare”. “Gli incentivi per le auto elettriche che non produciamo qui – ha dichiarato una delle tute blue – , non servono a farci tenere stretto il posto di lavoro. Basta, siamo stanchi. Il Governo tenga testa a Stellantis, e si prenda questo stabilimento. Le auto le sappiamo fare, le faremo per l’Italia, elettriche, pagati dallo Stato con le nostre tasse. Senza lavoro non potremo più vivere con dignità, ma neanche pagare le tasse”.

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