Centrodestra, Meloni: “Uniti su Draghi al Colle e subito al voto”. FI e Lega si smarcano

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Giorgia Meloni

ROMA – Si chiudono le urne e si apre ufficialmente la partita del Quirinale. I partiti si sono pesati con il voto alle amministrative e l’elezione del successore di Sergio Mattarella diventa immediatamente primo punto all’ordine del giorno dell’agenda politica. A spingere sull’acceleratore è Giorgia Meloni, che forte del risultato incassato, tanto da definirsi alla guida del primo partito di centrodestra, lancia la sfida a nome della coalizione al competitor numero uno: Enrico Letta.

“Il centrodestra è d’accordo sul fatto che Mario Draghi potrebbe essere un buon presidente della Repubblica e che in quel caso si potrebbe tornare a votare subito. O qualcuno pensa davvero, come ho letto di recente in qualche ricostruzione giornalistica, che noi possiamo eleggere Draghi al Quirinale e mettere un’altra persona al governo senza passare per il voto dei cittadini?. Escludo che qualcuno possa pensarci seriamente”, scandisce in conferenza stampa con accanto il candidato sindaco, Enrico Michetti, che tra 15 giorni sfiderà ai ballottaggi Roberto Gualtieri per la conquista del Campidoglio.

La leader di Fdi già ieri sera aveva punziacchiato il segretario dem incitandolo a richiamare i cittadini alle urne, tuttavia il neoeletto alla Camera non ci pensa proprio a rispondere alle provocazioni. Al Nazareno nessun cambio sul tema della moratoria che Letta aveva lanciato qualche settimana fa, benché oggi possa decantare la vittoria del partito alla prima tornata elettorale delle comunali.

E il sasso lanciato da Meloni, tuttavia, non viene raccolto neanche dagli alleati della sua coalizione. Forza Italia a stretto giro fa filtrare la linea che vede ancora una volta Silvio Berlusconi candidato di bandiera, rimarcando che “non c’è alcun accordo nel centrodestra che avalli la tesi” di Draghi al Colle e voto immediatamente dopo.

In aggiunta, fanno notare da Arcore, lo stesso Cav aveva sostenuto sulle pagine de Il Mattino che l’ex capo della Bce dovrebbe restare a palazzo Chigi fino a fine legislatura. E per concludere la stoccata finale: “Non è questo il momento di fare polemiche e sarebbe meglio non parlare di successori al Colle. In vista dei ballottaggi, invece, sarebbe il caso di concordare una linea linea comune”. E sull’argomento arriva anche la doccia gelata di Matteo Salvini, che prende le distanze da Meloni: “Io a ottobre parlo di ottobre, non del Quirinale di febbraio”.(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome