Clan Belforte, il pentito Buonanno fuori dal programma di protezione

Per la Dda ha commesso violazioni durante i 180 giorni in cui è stato interrogato dai pm

Marcianise, si pente il figlio del ras Buonanno
Marcianise, si pente il figlio del ras Buonanno

MARCIANISE – Revocato il programma di protezione a Giovanni Buonanno. Il 42enne, figlio di Gennaro, storico ras del clan Belforte, era stato arrestato il 31 gennaio 2022 dalle fiamme gialle con l’accusa di usura ed estorsione. Circa quattro mesi dopo il blitz che lo portò in cella, decise di intraprendere il percorso di collaborazione con la giustizia. Interrogato dai pubblici ministeri Vincenzo Ranieri e Luigi Landolfi, il 42enne ha dato informazioni sull’organizzazione della cosca mafiosa a cui era legato, su fatti di sangue verificatisi a Marcianise e su imprenditori e commercianti che hanno spalleggiato il gruppo dei Mazzacane, diretto dai fratelli Domenico e Salvatore Belforte.

La Procura di Napoli, ravvisando, però, presunte violazioni che Buonanno avrebbe commesso proprio durante i 180 giorni nel corso dei quali è chiamato a riferire tutti i fatti a lui noti (il periodo che serve a concretizzare e a cristallizzare la collaborazione con la giustizia), aveva proposto al Viminale di revocargli il programma di protezione. E con il parere favorevole della Dna, la Commissione centrale per la definizione e applicazione delle speciali
misure di protezione ha accolto l’istanza. Contro tale decisione, l’avvocato Carmen Di Meo, che assiste Buonanno, ha annunciato che presenterà ricorso al Tar.

Il 42enne, sostengono gli inquirenti, avrebbe effettuato chiamate dal carcere che non gli erano consentite e rivelato informazioni ai familiari su ciò che aveva detto in sede di interrogatorio ai magistrati. L’avvocato Di Meo, però, sostiene che non ci siano gli estremi per revocare il programma: ha evidenziato che il suo assistito ha già incassato una sentenza di condanna in primo grado, in relazione proprio all’indagine che lo portò in carcere un anno fa, con cui il giudice del Tribunale di Napoli gli ha riconosciuto l’attenuante della collaborazione con la giustizia ritenendolo credibile.
Le dichiarazioni rese finora da Buonanno hanno fornito importanti elementi investigativi tesi a far emergere la rete di uomini d’affari e negozianti che in questi anni si sarebbero messi ‘al servizio’ dei Belforte. Nonostante la revoca del programma, anche se dovesse essere confermata dal Tar, la Dda potrà continuare ad usare le dichiarazioni del pentito.

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