Traffico di cocaina, nove arresti a Roma

Sgominata una rete internazionale con sede in Perù

ROMA – Un traffico internazionale di cocaina è stato sgominato questa mattina dai carabinieri nella capitale. Un totale di 9 arresti sull’asse Roma-Perù eseguiti dai militari dell’Arma della compagnia locale e provinciale in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del tribunale su richiesta della Dda.

Le indagini e gli arresti

Le indagini sono partite nel marzo di due anni fa grazie al supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ed hanno portato ad individuare un considerevole traffico internazionale di droga.

Il ‘modus operandi’ della banda

Una modalità di ‘scambio’ particolare che avrebbe portato la cocaina ad essere poi immessa nei vari mercati neri di Roma. A capo del gruppo criminale, costituito per lo più da da peruviani, un un latitante internazionale arrestato poi a Barcellona. Come corrieri, invece, erano state scelte delle donne che si occupavano del trasporto della merce precedentemente trattata con un processo chimico di altissimo spessore. La cocaina era infatti inserita in confezioni di shampoo, cosmetici e anche prodotti alimentari in modo da renderla praticamente invisibile agli strumenti di controllo. Giunta in Italia veniva poi sottoposta ad un nuovo procedimento e poi cotta in modo da darle l’aspetto della classica ‘polvere bianca’.

L’ultimo determinante passaggio era poi l’immissione nelle più importanti piazze di spaccio capitoline o distribuita all’interno della folta comunità peruviana locale. E nei quartieri abitati da sudamericani i carabinieri hanno effettuato accurate perquisizioni in cui sono state trovate confezioni di diverso genere in cui la droga veniva conservata. Fondamentale nell’operazione una fitta rete di intercettazioni ambientali che hanno tra l’altro permesso di appurare l’esecuzione di alcuni riti popolari. Da un lato, infatti, i trafficanti usavano lanciare delle maledizioni nei confronti degli esponenti delle forze dell’ordine perché non fossero scoperti. Dall’altro venivano invece spesso invocate divinità locali. Il tutto allo scopo di consentire il giusto ‘accompagnamento’ della cocaina e la buona riuscita delle operazioni di smercio della droga

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