Coldiretti: nel 2019 olio straniero in 2 bottiglie su 3

La statistica emerge dallo studio 'Salvaolio' della Coldiretti

Foto LaPresse - Marco Cantile

Milano (LaPresse) – Con il crollo dei raccolti nel nuovo anno le importazioni di olio di oliva dall’estero sono destinate a superare abbondantemente il mezzo miliardo di chili. Con il risultato che sul mercato nazionale più di due bottiglie di olio di oliva su tre conterranno prodotto straniero. E’ la situazione che emerge dallo studio ‘Salvaolio’ della Coldiretti presentato in occasione della manifestazioni degli agricoltori scesi in piazza a Roma. Per “salvare gli uliveti italiani che significano salute, ambiente, reddito e lavoro”. “Il rischio per i consumatori – denuncia la Coldiretti – è che nelle bottiglie di olio, magari vendute sotto marchi italiani ceduti all’estero o con l’etichetta delle grande distribuzione, si trovi prodotto straniero (tunisino, spagnolo o greco). Peraltro favorito da etichette dove l’indicazione della provenienza è spesso illeggibile”.

“Nel 2018 gli arrivi di olio dalla Tunisia sono tra l’altro raddoppiati (+100%). E potrebbero crescere ulteriormente – aggiunge Coldiretti – se l’Unione europea rinnoverà l’accordo per l’ingresso di contingenti d’esportazione di olio d’oliva a dazio zero verso l’Ue per 35mila tonnellate all’anno scaduto il 31 dicembre 2017. Oltre alle 56.700 tonnellate previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia (in vigore dal 1998)”.

“Con il crollo della produzione nazionale e l’aumento degli arrivi dall’estero è evidente il rischio di frodi e sofisticazioni. A danno del vero made in Italy che colpiscono i produttori agricoli e dei consumatori – accusa il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. Occorre difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei negoziati internazionale dove utilizzano l’agroalimentare nostrano troppo spesso come moneta di scambio per interessi diversi”.

La statistica emerge dallo studio ‘Salvaolio’ della Coldiretti

“A livello nazionale – continua Prandini – occorre stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare poiché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti”.

Il presidente aggiunge poi che in questo contesto bisogna “difendere” il panel test, strumento utilizzato per la classificazione degli oli sulla base di una procedura scientifica che, “attraverso il lavoro di assaggiatori esperti, permette di valutare i parametri organolettici delle extravergine ma è anche necessario promuovere una maggiore trasparenza dell’etichettatura”.

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